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Ambedue sono state introdotte da un breve commento dello stesso Renzo Arbore. Abbiamo visto, sicuramente, un programma ben fatto, con il coinvolgimento di tutti i protagonisti della Radio dell’epoca presenti in studio con i quali Arbore interagiva. Primo tra tutti Nunzio Filogamo creatore della frase che ha dato il titolo al programma.
Pur nella sua gioiosa celebrazione, il programma risente dell’età: infatti buona parte dei personaggi presenti è attualmente scomparsa. La conseguenza, per il telespettatore, è di assistere ad un amarcord dalle tinte persino funeree, se si pensa che molti dei presenti, tra cui Claudio Villa, sarebbero morti entro pochi anni.
Inoltre il programma rimanda immagini dei personaggi sopravvissuti spesso quasi irriconoscibili dopo 30 anni. Sembrano appena usciti dal bisturi di un chirurgo che ha tolto dai loro visi tre decenni. Un ventenne di oggi che, tra un zapping e l’altro, finisce su Cari amici vicini e lontani rischia di non riconoscere nessuno dei personaggi, escluso, naturalmente, Renzo Arbore.
Cari amici vicini e lontani ha riproposto le migliori trasmissioni radiofoniche dell’epoca, con famosissimi interpreti, a cominciare da Carla Boni, Pippo Barzizza, Corrado, Alberto Sordi, Lelio Luttazzi, solo per citarne alcuni. Questi reperti della storia della musica italiana in Radio sono custoditi dalla Teche Rai.
{module Google richiamo interno} Certo, fa sempre piacere assistere ad una pagina di tv di qualità, come è quella di Renzo Arbore. Lo stesso conduttore, nel ruolo di gran cerimoniere si esibisce come clarinettista nel complesso I senza vergogna, un gruppo musicale del quale facevano parte, insieme ad altri, Stefano Palatresi, Gegè Telesforo, Marcello Cirillo e Massimo Catalano.
Ci si chiede, a questo punto perchè non è stato realizzato uno show televisivo per festeggiare gli attuali 90 anni della Radio che cadono il prossimo 6 ottobre. Un atteggiamento davvero incomprensibile, perchè un simile avvenimento meritava una celebrazione autonoma e proiettata ai tempi moderni.
E’ insostenibile che la Rai abbia riciclato ancora una volta una replica, sia pur di qualità, senza minimamente preoccuparsi di affidare allo stesso Arbore l’allestimento di un programma sulla scia di Cari amici vicini e lontani anno 2014.
La Radio è profondamente cambiata negli ultimi 30 anni. sarebbe stato idoneo un programma celebrativo che puntasse l’attenzione anche sulle nuove frontiere del mezzo fruibile oggi sul web.
Le repliche alle quali stiamo assistendo, alla fine, suscitano persino stizza nell’abbonato che paga il canone anche per i mesi estivi e che, invece, si ritrova sommersi di repliche infinite.