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Bandiera Gialla iniziava con la sigla, T-bird, cantata dall’allora sconosciuto Rocky Roberts che fece fortuna a seguito di questa trasmissione, stabilendosi definitivamente in Italia. Ricordate la nota sigla del 1967 del varietà tv, Sabato Sera, Stasera mi butto? La cantava questo bel ragazzone alto, dinoccolato con gli occhiali da sole.
Andò in onda tutti i sabati pomeriggio, dal 16 ottobre 1965 al 9 maggio 1970, dalle 17.40 alle 18.30, ma era sempre registrata nei giorni precedenti negli studi di Via Asiago a Roma, più esattamente nel mitico Auditorio A. Dopo questa sigla ad effetto, lo speaker annunciava con voce ufficiale: “A tutti i maggiori degli anni 18, a tutti i maggiori degli anni 18, questo programma è rigorosamente riservato ai giovanissimi…”.
Il concetto era che si trattava di una zona di quarantena (batteva bandiera gialla come le navi che arrivano in porto infettate dal colera) per “malati di musica”, non frequentabile da adulti, neanche dai giovanotti. La trasmissione era dedicata alle novità mondiali della musica e destinata, per l’appunto, ad un pubblico giovanile. La prima ideazione del programma fu di Boncompagni, che propose come titolo Sound (Suono), richiamando le origini angloamericane della musica giovane allora all’avanguardia.
{module Google richiamo interno} La dirigenza Rai, nella fattispecie Luciano Rispoli, allora responsabile con Maurizio Riganti della programmazione radiofonica, pensò di chiamare la trasmissione Bandiera Gialla, collegando tali generi musicali, all’epoca banditi dalla radio italiana, al simbolo della quarantena per epidemia, appunto la bandiera gialla. Così il Maestro Giulio Razzi, all’epoca direttore della Radio, accordò il consenso alla messa in onda.
Il meccanismo della trasmissione era molto semplice: venivano proposte quattro gruppi di tre canzoni, quasi sempre straniere ed il pubblico di giovanissimi presenti si sgolava con urli ed applausi, votando con delle bandierine gialle. Alla fine, la canzone che aveva un effetto più chiassoso (sempre con il giudizio insindacabile di Boncompagni) e che in ciascuna terna otteneva più voti entrava tra i finalisti e il vincitore assoluto tra i quattro finalisti veniva proclamato “Disco giallo”, anche detto “canzone regina”. Le case discografiche poi provvedevano a mettere la fascetta (ovviamente gialla) sulle copertine dei brani fortunati negli scaffali dei negozi di dischi.
Il pubblico veniva selezionato tra i liceali che avevano tempo di aspettare fuori gli studi radiofonici di Via Asiago, da un addetto Rai, che ne faceva entrare in studio un numero limitato. Presentava, come anticipato, Gianni Boncompagni, mentre Renzo Arbore era il “complice” silenzioso: ma a lui, alla sua notevole cultura musicale e al suo interesse per il mondo musicale americano – jazz, blues, rythm & blues – si doveva l’impostazione musicale del programma, che lanciò in grande stile in Italia la musica nera americana dell’epoca, ovviamente in Italia del tutto sconosciuta, con nomi di tutto rispetto come Aretha Franklin, Wilson Pickett, Otis Redding, Rocky Roberts.
Anche se era un programma radiofonico e non venivano ripresi, i ragazzi di Bandiera Gialla vestivano in maniera beat e ballavano sui dischi trasmessi; non era, dunque, un pubblico passivo. Alcuni dei ragazzi che passarono negli studi della trasmissione erano già dei personaggi noti o lo sarebbero diventati successivamente: Mita Medici, Loredana Bertè, Giuliana Valci, Renato Zero, Giancarlo Magalli, Valeria Ciangottini.
Bandiera Gialla per quegli anni rappresentò un vero e proprio fenomeno di costume tra i giovanissimi, perché introdusse scelte musicali totalmente nuove rispetto al gusto corrente, presentando novità discografiche provenienti dall’Inghilterra e dall’America, senza ovviamente trascurare gruppi ed interpreti dell’ondata beat. Solo in un anno, i dischi presentati e selezionati da Arbore e Boncompagni furono 672. Il programma diede una grossa spinta promozionale ai brani presentati, spesso incentivandone la rapida pubblicazione in Italia, che altrimenti avrebbe tardato rispetto al mercato internazionale.
Una curiosità: il titolo della trasmissione ispirò il testo italiano dell’omonimo brano cantato da un giovanissimo Gianni Pettenati, Bandiera Gialla, cover di The Pied Piper di Artie Kornfeld e Steve Duboff.