Lo slogan di questa edizione è Fingiamo che sia fiction, e il perché di un simile slogan lo spiega lo stesso Freccero: ormai le serie sono più di un semplice prodotto audiovisivo o una storia; rappresentano invece una critica alla società contemporanea, al sistema neoliberista in generale.
Come aveva già ripetuto in diverse occasioni, secondo l’ex direttore di Rai Quattro, le serie stanno superando in qualità il cinema che, a sua volta progetta i suoi prodotti come serializzati, concepiti in trilogie, sequel, prequel, reboot. Contemporaneamente, dall’altro lato, le serie si arricchiscono nella sceneggiatura, nella qualità registica e recitativa, spesso scritturando proprio attori visti sul grande schermo.
Freccero, che vuole un festival “polemico”, ha annunciato la presenza di spazi dedicati all’approfondimento, ai panel e alle novità dalla Turchia. Il Paese infatti, presente con otto titoli in programma, sarà al centro di un apposito focus in quanto realtà che sta imponendo le sue produzioni anche in Europa.
Il Roma Fiction Fest si propone quindi come punto d’incontro tra il pubblico e gli addetti ai lavori: un momento per discutere di cinema e tv. Tra le masterclass, annunciata quella con la sceneggiatrice di The Walking Dead.
Ben 45 le anteprime internazionali, provenienti da 21 Paesi diversi; tra i titoli presenti Fargo, l’inedita Salem, Black Sails, Utopia, The Tunnel, The Fall, The Strain, l’acclamata True Detective, la francese Trois Fois Manon, le “queer” Orange is the new black, Loooking e Transparent. Una serata inoltre, sarà interamente dedicata a Hannibal e Penny Dreadful.
Per giovedì invece, è prevista una serata politica con House of Cards, Tyrant, Alpha House e l’italiana Il Bosco.
Per le italiane invece, oltre al già citato Il Bosco, Giorgio Ambrosoli, 1992, Ragion di Stato, Il Candidato, la versione “idiota” di House of Cards e La Narcotici.
Si comincia dunque il prossimo fine settimana con una serie di proiezioni pensate per il pubblico più giovane: teen drama, l’Ape Maia, Tartarughe Ninja e Ghost In The Shell, il capolavoro sci-fi dell’animazione nipponica.
Da non dimenticare infine, lo spazio dedicato al factual e alle web series, quest’ultimo curato da Janet De Nardis, direttrice del Roma Web Fest.
Freccero, secondo cui Don Matteo indica perfettamente lo stato d’animo italiano, ha spiegato infine che il Festival è stato organizzato con un budget di 1milione 600mila euro, un valore molto inferiore rispetto ai sette di qualche anno fa. Per riuscire nell’impresa, si è scelto di preferire le anteprime alle star e di ridurre la durata della manifestazione.
Noi seguiremo i lavori e vi terremo informati.