Ma la verità è un’altra: la forza del Kilimangiaro televisivo consiste nei filmati, nei reportage, nei documentari dei viaggi che spaziano da un capo all’altro del pianeta. Questi contenuti consacrati da quattordici anni di esistenza in video, non sono cambiati nella nuova edizione con la Raznovich. Eppure il fine della padrona di casa è di ringiovanire il pubblico e dare una sterzata di energia a quei telespettatori che, magari, la domenica pomeriggio sonnecchiavano sul divano accompagnati dalla voce più tranquilla e meno stridente di Licia Colò.
{module Google richiamo interno} Sinceramente la ventilata rivoluzione in vetta al Kilimangiaro non l’abbiamo vista. Al contrario, nonostante il gran numero di nuovi spazi e di nuove rubriche, tutto è staticamente uguale al passato. Con in più una padrona di casa che focalizza su se stessa tutte le attenzioni sia nel porgere le domande ai propri ospiti, sia nella gestione dei vari segmenti del programma.
La Raznovich con la sua pretenziosità e con il suo protagonismo riesce talvolta a sfiorare il ridicolo. Si nota la voglia straripante di imporsi e di affermare la propria supremazia rispetto alla gestione del passato: parla con velocità sorprendente e spesso, non fa comprendere in maniera chiara al telespettatore quanto dice. Perchè è difficile starle dietro nella gran mole di interviste, ospiti da gestire, collegamenti via Skipe. Fallimentare il primo, realizzato da oltre oceano con Carlo Cracco: il rimando della voce della Raznovich e una serie di inconvenienti tecnici ne hanno reso quasi incomprensibili i vari passaggi. Fortunatamente è durato poco, ma è stato sbandierato come una grande novità e con un linguaggio propagandistico spesso irritante.
Anche le battute e gli interventi di Dario Vergassola si sono rivelati di basso spessore comico. Qualcuna ha colpito la conduttrice che non ha certo il dono dell’auto-ironia e apertamente non ha gradito.
Insomma la Raznovich, gran viaggiatrice e frequentatrice delle tv new generation come Mtv pretende, con la complicità del direttore di Rai3 Andrea Vianello, di portare a Rai3 la sua cifra stilistica e professionale. Ammesso che ne abbia una.
Trovo la nuova conduttrice piuttosto cafonal,sguaiatella e per molti aspetti simile all’altra “signora”della tv,Simona Ventura. Un abisso fra lo stile e il buon garbo della Col?_. Ma come mai, in fatto di innovazione, non Ռ stato invece sostituito quel penoso personaggio di Vergassola, un comico che nonostante gli sforzi per apparire spiritoso, forse – come si dice – fa sorridere soltanto i polli.
Un abisso rispetto alla Col?_ per stile garbo e tono. La Raznovich Ռ piuttosto cafonal, sguaiatella, dal gesto volgarotto, molto simile a quell’altra “signora” della Tv che Ռ Simona Ventura. Indefinibile e indigeribile Vergassolo che, nonostante avesse il requisito dell’et?_, Ռ rimasto al suo posto.