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Per la TV italiana, e non certo solo per la Nippon Network Television Corporation, che negli anni ’80 del Novecento ha curato e pagato il restauro del secolo, inaugurato nel 1994 da papa Giovanni Paolo II – ecco un nuovo appuntamento. Il 30-31 ottobre – il 29 sarà riservato alla stampa – nell’Auditorium di via della Conciliazione a Roma si terrà un convegno internazionale su “La Cappella Sistina venti anni dopo. Nuovo respiro nuova luce”.
Lo ha annunciato oggi nella Sala Stampa Vaticana Antonio Paolucci: ed è un convegno che segnerà anche l’inaugurazione ufficiale di un nuovo regime di climatizzazione e illuminazione della Cappella più nota al mondo, insomma un dono concreto, materiale e tecnologicamente aggiornatissimo per il capolavoro michelangiolesco.
Non saremo in pochi a ricordare, alla fine degli anni ’80, l’esecuzione live dinanzi alle TV mondiali, della pulitura – ad opera di un esperto restauratore – della guancia della Sibilla Delfica, dove lentamente, sotto il batuffolo imbevuto di specialissimi liquidi, prendeva vita un colore rosato, come se sorgesse l’aurora, nel mormorìo crescente degli attoniti spettatori.
O quando il direttore dei restauri Gianluigi Colalucci faceva accedere la stampa sui ponteggi, fino al cielo azzurro sul fondo dei 170 metri quadrati del ‘Giudizio Universale’. “Si tratta di polvere di lapislazzuli – dice il professor Paolucci – fatti venire nel Cinquecento direttamente dall’Afganistan, dove esistevano le qualità migliori. Pagava il papa!”.
Ma oggi le domande dei giornalisti mirano tutte ad indagare la nuova tecnologia: le luci fredde, che riducono il calore offensivo sugli affreschi di più del 50%, consentendo anche una notevolissima riduzione dell’elettricità; la ‘pulitura’ del pubblico che accede alla Cappella (come a quella degli Scrovegni di Giotto), e che verrà prima adeguatamente ‘spazzolato’ per non far arrivare al capolavoro pittorico nemmeno un granello di polvere; poi il sistema elaborato dalle multinazionali CARRIER e OSRAM di un occhiale a tre dimensioni, che spiega e mostra una Sistina virtuale.
Insomma una Cappella rimessa a nuovo tecnologicamente e che gode ottima salute. C’è ancora chi chiede al professor Paolucci se non sarebbe opportuno chiudere il numero dei visitatori della Sistina (nei Musei Vaticani entrano più di 5 milioni di turisti l’anno), per ridurvi l’impatto antropico: ma la risposta la diede da subito l’allora direttore dei Musei Vaticani Carlo Pietrangeli: “Non lo faremo mai: la Cappella fin dal primo papa Giulio II fu destinata al popolo di Roma e del mondo: non la chiuderemo mai”.