{module Banner sotto articoli}
La situazione denunciata dal giornalista è ai limiti del paradossale: non solo una redazione spremuta al massimo pur di mandare in onda tutti gli appuntamenti informativi della giornata, ma tg addirittura senza una sala di montaggio. La confezione dei servizi avverrebbe quindi in un container insonorizzato, col risultato che l’audio possa venire rovinato da un semplice ticchettio della pioggia all’esterno. In quei casi, prosegue Caprarica, bisogna farsi ospitare nelle salette del canale maggiore che trasmette in lingua albanese, sperando che nel frattempo quelle stanze siano libere.
Con un solo telefono di redazione poi, non si può certo sperare in una segretaria. Mancano inoltre autori, un producer, la possibilità di avere una troupe che si muova in cerca di notizie: gli unici materiali video che è stato possibile usare sinora, erano quelli fornite dalle agenzie e quelli reperibili su YouTube. Il notiziario deve essere chiuso un’ora e mezza prima della messa in onda, in modo da essere inviato a Roma e da lì trasmesso: un tempo lunghissimo, che porta inevitabilmente a bucare del tutto le notizie dell’ultimo minuto.
Eppure le premesse erano altre: da contratto infatti, era prevista una struttura rispondente agli standard internazionali. La realtà si è poi dimostrata ben diversa: una redazione composta da nove persone che si sono trovate a realizzare 10 edizioni quotidiane di Agon News, il programma mattutino I Primi, dalle 8.00 alle 10.25, e cinque approfondimenti settimanali in seconda serata ( Times Square). Non solo: secondo quanto svelato da Caprarica, “gli scarsi redattori vengono costantemente ‘sequestrati’ dall’editore, a scapito delle news , per essere usati in ‘talent’ concepiti da un giorno all’altro a scopo di puro riempimento del palinsesto”.
Amara la considerazione finale: tanti sforzi risultano inutili in un “canale che, in mancanza di ‘magazzino’, offre solo repliche dopo repliche – perfino della festa di lancio del 25 novembre… – come i rari spettatori di Agon Channel Italia hanno potuto tristemente verificare”.
Insomma, la storia professionale e i doveri di onestà verso il pubblico, impongono a Caprarica di ritirare la sua firma e lasciare Agon Channel, riservandosi ogni azione a tutela dell’immagine.
Dal canto suo, l’editore Becchetti smentisce le critiche con stupore, in quanto sarebbe stato lo stesso Caprarica ad aver “condiviso l’idoneità delle strutture e la qualifica del personale necessari all’espletamento del suo incarico nella fondamentale e delicata fase di start up di Agon Channel”.