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Ma Andrea Lucchesini, che vi si esibirà in questo concerto, non giunge per la prima volta alla IUC, fresco di studi: questo pianista toscano ormai asceso alla ribalta internazionale, per le sue qualità di trasparenza del suono, di introspezione profonda dei testi musicali, e per il suo equilibrio interpretativo, è un fedelissimo dell’Istituzione musicale de ‘La Sapienza’ né c’è ormai un anno in cui egli manchi l’appuntamento con la IUC.
Lucchesini ha iniziato vincendo il Premio ‘Dino Ciani’ del Teatro alla Scala di Milano, poi il celeberrimo ‘Freanco Abbiati’ della critica musicale italiana, e quello dell’Accademia Chigiana di Siena, tutti di altissimo prestigio. L’armonia della sua personalità di artista gli ha consentito di penetrare sia il repertorio pianistico romantico dell’Ottocento, suo cavallo di battaglia, che la musica contemporanea specie di Boulez e di Berio, di cui anche ha tenuto prime esecuzioni assolute.
Perciò oggi il suo programma rivelerà una sorpresa negli accoppiamenti dei compositori trascelti, poiché accanto agli amatissimi romantici, egli ha inserito un jazzista notissimo sulla scena musicale internazionale, Chick Corea americano di origini italiane, che la critica colloca accanto a Keith Jarrett ed Herbie Hancock, a formare una ‘Trimurti’ del jazz mondiale. Il concerto di Andrea Lucchesini nella sua prima parte sembra dedicato al mondo infantile, a compositori che hanno scritto non ‘per’ l’infanzia – pezzi semplici ad eseguirsi, ovvero studi per la formazione pianistica – ma ‘sull’ infanzia, sfiorando e approfondendo i sentimenti sfuggenti e le immateriali immagini dell’universo dai bambini, come Paul Klee aveva fatto nella pittura del Novecento.
Robert Schumann è giustamente il primo ad aprire il concerto, con le piccole perle delle sue “Kinderszenen op.15” (Scene infantili, del 1838), brani pianistici brevi, semplicissimi solo tecnicamente, ma che toccano il vivo dell’animo infantile – “Il contadino allegro”, “Primo dolore”, “Una storia curiosa” e – soprattutto – il primo, “Di paesi e uomini lontani”, in cui le terzine della mano sinistra confluendo come un’onda in quelle della destra, evocano un mondo remoto, malinconico ed irraggiungibile almeno per un fanciullo. Del resto Schumann, sposato con la bellissima e bravissima pianista Clara Wieck ed avendone avuto subito cinque bambini, viveva a stretto contatto col mondo dell’infanzia.
Seguiranno, nella scelta di Lucchesini, sei brani dei “Children’s Songs” di Chick Corea, che sono da tempo ormai un suo disco del 1984, omaggio alla sfera dell’infanzia, tutt’altro che facile a penetrarsi musicalmente. Il titolo sembra comunque rifarsi ad un’opera pianistica celebre di Claude Debussy, “Children’s corner”, un dono alla figlia Chouchou, formato da sei brani brevi e, come può immaginarsi, densissimi di sensibilità e di sfumature di sentimento.
Questo paesaggio raro e squisito resta circoscritto alla prima parte del concerto di Lucchesini: nella seconda impèra un mostro sacro del virtuosismo pianistico di tutti i tempi, Sergei Rachmaninov, di cui verranno eseguiti dodici dei 23 Preludi dell’op.23 e dell’op.32 (1901-10). L’opera più temuta di Rachmaninov per le difficoltà tecniche è il “Concerto per pianoforte e orchestra n.3”, ma i Preludi non sono da meno, specie il secondo dell’op.23 e il quinto dell’op.32, che è di gran lunga il più eseguito. La registrazione del 13 gennaio su Rai Radio3 verrà impiegata in seguito in successive trasmissioni.