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Operaia ella stessa, è andata per una settimana fra le sue dipendenti a S.Miniato al Monte e S.Vincenzo in Toscana, per seguire in incognito col nome di Teresa tutto l’iter della produzione, dalla creazione dell’abito alla vendita del prodotto di ‘Magnani Sposa’, che viene diffuso anche in Portogallo, Cina, Libano.
Costantino introduce le singole giornate, dopo aver tratteggiato per gli spettatori televisivi il personaggio di Franca, da quando conobbe il marito sempre nell’ambito della sartoria, all’aver cresciuto due figlie davvero belle, a quando entro la sua azienda ha maturato l’idea di dimostrare – e questa è stata l’occasione – che in Italia esistono aziende serie, che realizzano del lavoro bello, cui non sono disposte a rinunciare per arginare i costi.
Così ella entra lì dove i vestiti pronti vengono provati e mostrati in passerella, sotto il controllo e le spiegazioni veloci di Giusy: nella sfilata pochissimi minuti passano fra un abito e l’altro, è tutto un gioco preciso e rapido di spilli e veli, e quel che colpisce è proprio la velocità legata si minuti primi.
Giusy ha due figli, separata dopo 20 anni di matrimonio, ama il suo lavoro, ma la sua vita è agra e il suo sogno è fare un viaggio, bello… Teresa la rincuora e la incoraggia. Su lato umano si incentreranno in buon parte tutti gli incontri e questo è certo l’aspetto più bello del reality.
Teresa passa nel settore stireria incontrando Mary che le insegna a partire dal corpino e dalle maniche, a togliere le macchie della stoffa (ma occorrerebbe una mascherina per evitare gli effetti del solvente…), ad usare la pistola asciugante: intanto Mary le parla dei figli, cui bada il marito rimasto senza occupazione, mentre lei ha solo lavoro per sei mesi. Teresa ascolta e loda la forza della donna di andare avanti.
Ora si passa alla commessa Elisa, sarda che vive a S.Miniato e si occupa delle vendite, dell’accoglienza sempre col sorriso, delle incertezze delle clienti di cui occorre capire la psicologia. Elisa ha nove fratelli, ha trovato a Torino il suo lavoro da sola e di esso vive con serenità: la madre malata la ha attesa per morire, quando Elisa è giunta le ha stretto la mano e solo allora col sorriso ella è morta. Elisa ha fede, Teresa apprezza questa fede profonda, e piange commossa.
Costantino avverte che per lei è ora di accostare la vetrinista Marzia: i vetri devono essere assolutamente splendenti, i vestiti per lei sono sempre bellissimi e ne coglie bene la differenza con quelli cinesi imperfetti e tirati via, ma – dice – il Governo dovrebbe tutelare la qualità.
Danuta invece lavora a casa propria e viene pagata meno, infatti ritiene di essere sottopagata. Ha un figlio con una grave malattia, ma sopporta con forza sperando nel futuro: per questo anche viene apprezzata da Teresa.
Costantino riaccompagna a casa colei che ormai è di nuovo Franca, che torna così al suo lavoro, torna a se stessa ma più ricca umanamente. Lo show la ha resa tale e nell’incontrare singolarmente le sue operaie, con tutta la sua durezza ne loda sinceramente il lavoro e ad ognuna dà un premio, che talora è anche un contratto a tempo indeterminato, suscitando la loro riconoscenza commossa.
Ma anche lei è commossa e forse, nonostante qualche cliché televisivo e un tantino di buonismo, occorre riconoscere che se il rapporto lavorativo fosse anche un rapporto umano come quello qui proposto (orribili sono i ricordi della colpevole e inumana freddezza del lavoro industriale, che tanti film hanno denunciato), saremmo a metà della strada verso la giustizia sociale.