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Si inizia quasi all’una e mezza di notte, dopo che Conti ha decretato l’eliminazione di Anna Tatanegelo, Lara Fabian, Raf, Biggio e Mandelli.
Saverio Raimondo parte dai problemi avuti dallo streaming della Rai: le puntate sparite sono state rimesse, ma questo è stato l’errore. Pare che su Twitter circoli un hashtag per spingere Conti ad invitare Raimondo sul palco dell’Ariston, ma lui rifiuta: questo DopoFestival si è aperto parlando di squirting; al pubblico generalista bisognerebbe spiegare pure cos’è.
Sabrina Nobile ha al suo fianco uno dei gruppi esclusi senza riuscire ad accedere alla gara; la parola passa subito a Raimondo per commentare i 5 momenti più twittati. Tra questi, Nesli che consegna i fiori ad Arisa vestito di rosso o, per dirlo con il conduttore, da assorbente interno.
Si collega Magalli, che ha raccolto i commenti degli utenti nei social: dopo Cirilli, molti hanno scritto a Pintus per scusarsi. Davanti alla Fabian, alcuni hanno capito che cinque puntate di Sanremo non sono così tante, per capire in che lingua canti la Lara Fabian.
La prima ospite è Irene Grandi, che racconta il suo rapporto coi social: li utilizza soprattutto quando sta lavorando, nei momenti di riposo li dimentica. La Nobile le chiede se scelga da sola i vestiti; lei risponde di essere affiancata da una stilista di Firenze che ne interpreta lo stile.
Il colpo di vera irriverenza arriva alle due meno dieci del mattino: dall’interno dell’Ariston, Raimondo ha realizzato un servizio in cui riassume tutti i casi di persone che hanno tentato il suicidio a Sanremo. Come se gli operai avessero bisogno del teatro per farsi male. Canzoni a parte, il motivo è che forse l’assurdità della vita emerge come non mai proprio durante il Festival.
Secondo ospite è Rocco Tanica, che ha partecipato anche alla selezione dei brani. Il consiglio che si sente di dare ai giovani, è fare attenzione alla cura dei pezzi, perché alcuni erano davvero inascoltabili. E quando Raimondo osserva che l’inascoltabilità è una caratteristica delle canzoni di Sanremo, risponde che ci sono comunque dei canoni da rispettare, persino nell’inascoltabilità. Tanica si chiede perché il DopoFestival sia in rete anziché essere trasmesso in tv.
Dopo il video dei Nirkiop, entra Annalisa. La cantante parteciperà alla finale, ed è soddisfatta. la sua “tag cloud”, la nuvola di parole che la riguarda, è composta solo da termini positivi; in quella di Tanica invece compare persino il termine “badante”. L’autore della rassegna stampa sanremese spiega che nel testo di Cicale di Heather Parisi, nel ritornello si dice che delle cicale “ci cale”, cioè ci interessa, altrimenti non avrebbe senso.
Tocca poi a Stefano Andreoli con i commenti di Spinoza.it.
arrivati secondi tra i giovani, i Kutso non vengono da alcun talent. Raccontano invece di venire da tantissimi concerti, tenuti ovunque ci fosse una presa per la corrente; il loro scopo era passare in radio, ed effettivamente il loro brano è on air. Comunque, il nome del gruppo va letto secondo la pronuncia inglese, perciò la u diventa a: a Sanremo non lo dice nessuno, ma al DopoFestival non si risparmiano.
Torna infine la professoressa di scienze della moda Giacomotti, ormai divenuta l’amore di Saverio Raimondo, che le dà della “stronza” per vie delle critiche spietate. Lei controbatte che lui è vestito da tre giorni allo stesso modo, ma rimedia un gesto dell’ombrello e un sonoro invito a quel paese: la camicia infatti è pulita. Parlando seriamente invece, la docente auspica il ritorno dei costumisti al posto degli stilisti, che propongono gli abiti indipendentemente da chi li indosserà.
In conclusione, la consueta chiusura di Raimondo, oggi sulla morte. Il quarto appuntamento si conclude qui; domani l’ultimo.