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Come mai avete accettato, ancora una volta, di firmare la serie?
In realtà non abbiamo preso nemmeno in considerazione di non girarla. La scelta fatta lo scorso anno si è rivelata vincente, ci siamo divertiti, e successivamente, abbiamo avuto la possibilità di apportare alcuni miglioramenti. Nella serie precedente infatti, siamo entrati in corso d’opera: abbiamo perciò dovuto trovare un compromesso con le vecchie modalità. Questa volta invece abbiamo firmato sia la regia che la sceneggiatura.
Ci sarà perciò anche una terza serie di Rex firmata dai Manetti Bros?
Ancora non lo sappiamo; di certo non la escludiamo.
Perché avete altri progetti in cantiere?
Si, abbiamo dei progetti ma per ora è ancora prematuro parlarne. Siamo in fase di scrittura. Abbiamo in preparazione una serie televisiva e un film.
E, secondo quanto risulta al nostro sito, sarete impegnati anche con l’ispettore Coliandro.
Si, anche con l’ispettore Coliandro. Tra qualche mese inizieranno le riprese della nuova serie, che andrà in onda sempre su Rai Due.
I Manetti Bros hanno iniziato dai video musicali: tra i vari progetti in corso, avete anche qualche video?
I video musicali sono un’ottima palestra, e ci hanno aiutato a svolgere meglio il lavoro che facciamo ora. I progetti attuali ci stanno prendendo molto tempo, ma un video lo realizzeremo e sarà quello del cantante napoletano Ciccio Merolla, che ha partecipato a Rex.
A proposito di Rex, nella prima puntata, dopo il trionfo a Tale e Quale Show, abbiamo ritrovato Serena Rossi: ci saranno altre guest star?
Ci saranno molti bravi attori, meno riconoscibili dal pubblico a cui, invece, Serena Rossi è nota per aver partecipato al varietà di Carlo Conti. Però in una puntata ci sarà Pino Quartullo, che intepreterà un giornalista all’apparenza integerrimo, ma in realtà corrotto.
La fiction italiana è oggetto di polemiche per gli stereotipi che la caratterizzano. Qual è la sua opinione?
In Italia la crisi, più che economica, è soprattutto culturale, e questo invetabilmente si riflette in tv. La fiction, così come le altre arti, risente di questa crisi, eppure, allo stesso tempo, forse è il genere che in Italia sta progredendo di più. I segnali di innovazione ci sono: prodotti come Boris, Romanzo Criminale, Gomorra, persino lo stesso Coliandro si differenziano dalle classiche fiction, ottenendo il gradimento del pubblico. Significa che un’apertura alla sperimentazione esiste.
Però esiste anche il pubblico tradizionale
Alla richiesta della platea televisiva più tradizionale si risponde senza portare novità sul piccolo schermo, ma comunque con prodotti ben confezionati.
Un altro segnale di cambiamento inoltre, sono i gruppi di lavoro che vengono presi dal web e portati in tv. Parlo di gruppi di lavoro perché, spesso, questi ragazzi non sono né attori né registi, pur girando sketch e video: stanno inventando un nuovo linguaggio. Qui bisogna stare attenti: quando infatti approdano in tv, di solito i network li ammorbidiscono, creando un ibrido. Invece, se si vuole davvero cambiare la tv, la si deve cambiare e basta.
E come si fa?
Alla fine credo che il segreto sia uno solo: non pensare strategicamente agli ascolti e concentrarsi su quello che si vuole dire in quanto autori.
Io penso che REX non doveva diventare una serie sulla traccia delle fiction citate dai Manetti Bros: chi vuole sentire una parolaccia ogni due parole vede “Coliandro”, chi si vuole angosciare vede serie ansiogene come “Gomorra” e “Romanzo criminale”, ma chi si vuole godere serenamente una bella serie poliziesca adatta a tutti vede, ANZI, VEDEVA “REX”. La regia dei Manetti Bros ha tradito lo spirito originario della serie: l’ambientazione noir Ռ spesso violenta e truculenta e il linguaggio e l’atteggiamento di diversi personaggi si sono involgariti, e questo non Ռ un fatto positivo.