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Ha diretto infatti – dopo aver iniziato a Vienna come assistente di Claudio Abbado – i Wiener Philarmoniker, la Swedish Radio Sympony di Stoccolma, l’Orchestra Sinfonica Bavarese ed altre, mentre oggi egli è direttore stabile della Pittsburgh Symphony Orchestra.
Nel concerto in onda giovedì 19 su Rai3, Honeck dirigerà i complessi ceciliani, ossia l’Orchestra e il Coro dell’Accademia Nazionale di S.Cecilia’: complessi che avrà appena diretto – il 14,16,17 marzo – anche al Parco della Musica, nella Sala S.Cecilia per la stagione sinfonica in corso dell’Accademia. Con essi Honeck ha interpretato il famoso e celebrato “Deutsches Requiem” di Brahms del 1868, di cui egli ha posto in soffusa e trepida luce – con squisita sensibilità di musicista austriaco – il sentimento lirico, intimo, di confessione commossa e non di rigorosa composizione liturgica, che invece un Requiem cattolico avrebbe previsto.
Manfred Honeck sonerà nel concerto in onda il 19 prossimo dapprima un delizioso ritmo ternario di Johann Strauss il giovane, “Frühlingsstimmen”, le ‘Voci di primavera’ del suo Walzer op.410, che compose – del resto aveva già varato altri valzer vocali – per la sola voce del soprano Bianca Bianchi, membro di prim’ordine del Teatro dell’Opera di Vienna: il brano fu eseguito nel 1883 al Theater an der Wien nella capitale austriaca.
Più tardi Strauss modificò il valzer rendendolo per sola Orchestra, ed è la versione che si ascolterà nella trasmissione La musica di Rai3. A seguire, Honeck dirigerà il “Concerto per violoncello e orchestra in do minore op.66” (1945) di Nicolaj Miaskovskij (1881-1950), compositore russo oggi poco noto, ma allora molto apprezzato nell’Unione Sovietica ed insignito del Premio Stalin. Studiò con Rimsky-Korsakov e non pochi sono i rimandi romantici delle sue tante Sinfonie, dei poemi sinfonici, dei concerti per pianoforte e per violoncello, dei suoi lieder. A Milano-Musica fu eseguita nel 1984 la sua Sinfonia n.27 op.85, mentre nel 1934 alla Fenice di Venezia Dimitri Mitropoulos diresse la sua Sinfonia n.7.
Il Concerto di domani, oltre a porre in evidenza la scorrevolezza del fraseggio di Miaskovskij, grazie al valore internazionalmente riconosciuto dell’interprete, il violoncellista e compositore Mario Brunello, lascerà affiorare il rapporto armonico fra orchestra e solista, quest’ultimo peraltro chiamato a scoperto virtuosismo nel secondo e nell’ultimo movimento.
Qui La musica di Rai3 con l’Orchestra sinfonica della Rai