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Si parte da Treviso, con i saluti di rito allo stesso Fiorello. Pintus presenta subito il primo concorrente, Stefano, 40 anni, che attacca con Non vivo più senza te di Biagio Antonacci.
Il conduttore sfoggia subito vocine e capacità d’improvvisazione con i novelli concorrenti canterini. Per ogni pezzo, si alternano due persone; il palco invece, consiste in una piattaforma rossa circondata dal pubblico.
I brani proseguono: Io canto, Sere nere. Tra una stonatura e l’altra, la telecamera inquadra la gente affacciata dalle finestre di casa: Pintus saluta una bambina. Ed è proprio lei che raggiungerà poco dopo, salendo nel suo appartamento: insieme alla finestra, la piccola lancia il prossimo pezzo spinta da una ricompensa di due euro.
La prima impressione è che i concorrenti siano tutti estremamente seri, probabilmente nella convinzione che il Karaoke sia un talent come un altro in cui dare prova delle proprie capacità. Anni di talent show hanno inevitabilmente corrotto l’approccio giocoso che invece caratterizzava il programma venti anni fa.
Ancora: Una finestra tra le stelle di Annalisa e La notte dei Modà, pezzi che strizzano l’occhio al target più giovane.
I primi due finalisti sono Annalisa e Niccolò: per chiamarli sul palco, il conduttore finge una telefonata. Il pubblico decreta il vincitore attraverso l’applauso: lo strumento dell’applausometro infatti, stabilisce chi abbia riscosso il maggiore consenso. Secondo Pintus, la gente sceglie Niccolò, ma il battito di mani era piuttosto tiepido in entrambi i casi; difficile capire chi davvero sia stato più apprezzato.
Il premio comunque, altro non è che un mesto trofeo a forma di mappamondo.
L’inteprete dell’ultima canzone è proprio Pintus: si tratta di Vagabondo di Nicola Di Bari, che il comico dedica all’autore scomparso Massimo Dorati. La puntata si conclude qui: bisognerà attendere per capire quanto l’operazione nostalgia di Italia Uno possa fare breccia nei telespettatori.
A dispetto di qualche vocina da infante di troppo, Pintus si dimostra in grado di raccogliere la pesante eredità di Fiorello. Un programma come il Karaoke però, divenuto un simbolo della tv italiana, si porta dietro un’aurea di nostalgia difficile da superare. La sensazione insomma, è che certe trasmissioni siano ancora apprezzate in quanto patinate dalla piacevolezza di vecchi ricordi: trasposte nel 2015, rischiano di incorrere in un giudizio impietoso.