Per Venezia 70 oltre alle tre pellicole tricolori tra le bandiere più presenti ce ne sono cinque americane e tre inglesi. In particolare per il Leone d’oro concorrono, oltre ai nostrani: “Tracks” di John Curran; “Miss Violence” di Alexandros Avranas; “Tom a la femme” di Xavier Dolan; “Under the Skin” di Jonathan Glazer; “Child of God” di James Franco; “Night Moves” di Kelly Reichardt; “Kaze Tachinu” di Hayao Miyazaki; “The Unknown Known: The Life and Times of Donald Rumsfeld” di Errol Morris; “Les Terrasses” di Merzak Allouache; “Joe” di David Gordon Green; “Philomena” di Stephen Frears; “Die Frau Des Polizisten” di Philip Groning; “Ana Arabia” di Amos Gitai; “La Jealousie” di Philippe Garrell; “The Zero Theorem” di Terry Gilliam; “Joaoyou” di Tsai Ming Liang; e l’opera prima di Peter Landesman “Parkland”. In tutto sono venti i film in concorso, tra i quali due documentari (quelli di Rosi e Morris). “Chi è che non vorrebbe in concorso film dei fratelli Coen o di Jarmusch? Tutti vorrebbero una cosa del genere, ma quei film se li è già presi Cannes. A volte occorre assumersi dei rischi, anche se calcolati, come ad esempio mettere in concorso due documentari”, ha affermato Barbera.
LE PELLICOLE DELLA 70ESIMA EDIZIONE, nelle parole di Barbera, raccontano “la crisi, anzi le crisi che stiamo attraversando, economica, sociale, e familiare”. Ed ha osservato: “Ciò che ci ha colpiti e turbati profondamente durante la visione dei film è l’assenza di prospettive. Nessun regista dà indicazioni di ottimismo. Tantissime pellicole dipingono un quadro della società veramente tragico con molti elementi violenti, dalla pedofilia alla prostituzione alle violenze domestiche”.
I FILM ITALIANI IN CONCORSO – Il film di Amelio, “L’intrepido”, racconta di un mestiere che (forse) non esiste, “il rimpiazzo”: il milanese Antonio Pane (Albanese) per lavoro sostituisce chi deve assentarsi qualche ora e teme di essere scoperto, ritrovandosi ad essere, di volta in volta, muratore, cameriere, tramviere, calzolaio, ambulante, gonfiature di palloncini. “Via Castellana Bandiera” è un film a tratti grottesco che prende spunto da una strada di Palermo stretta al punto che due automobili non riescono a passare contemporaneamente: è incentrato sul conflitto di manzoniana memoria tra due donne che non vogliono cedere il passo l’una all’altra. Nel cast Alba Rohrwacher. “Sacro Gra” di Gianfranco Rosi è un documentario nato da un viaggio-inchiesta attorno al Grande raccordo anulare di Roma. Il regista illustra le storie di chi vive intorno a questo nodo stradale muovendosi in camper per oltre un anno e concentrandosi su sette personaggi. Il film fa parte di un progetto più ampio creato e coordinato da Nuovi paesaggi urbani, che include anche una mostra, un libro e un sito web.
FUORI CONCORSO – Ricco il programma Fuori Concorso. Tra gli altri, accanto al film di apertura “Gravity” di Alfonso Cuaron (con George Clooney e Sandra Bullock): Kim Ki-duk con “Moebius”; l’inglese Steven Knight con “Locke”, protagonista Tom Hardy; il tedesco Edgar Reitz con il lungo (225’) “Die Andere Heimat – Cronik einer Sehnsucht”; “The Canyons” diretto dal presidente di Guria di Orizzonti Paul Schrader, con Lindsay Lohan e James Deen; ed il nostro Ettore Scola con “Che strano chiamarsi Federico! Scola racconta Fellini” (al cinema dal 12 settembre distribuito da Bim). Tra i documentari, in evidenza: “Summer 82 When Zappa Came to Sicily” di Salvo Cuccia (Italia – Usa); Alex Gibney con “The Armstrong Lie”; Costanza Quatriglio che dirige Alba Rohrwacher in “Con il fiato sospeso”; e la coppia Mario Sesti e Teho Teardo per “La Voce di Berlinguer”.
In ORIZZONTI tre i film italiani: “La prima neve” di Andrea Segre, con Anita Caprioli e Giuseppe Battiston; “Il terzo tempo” di Enrico Maria Artale, con Stefania Rocca e Stefano Cassetti; “Piccola Patria” di Alessandro Rossetto. In più, la coproduzione italo-americana “Medeas” di Andrea Pallaoro, con Catalian Sandino Moreno.
LA PROTESTA DEL MONDO DEL CINEMA ITALIANO VA AVANTI – “Tutte le associazioni del cinema hanno deciso di non partecipare agli stati generali in programma a Venezia per la mostra del Cinema per protestare contro il mancato reintegro del tax credit”. Lo ha detto lo sceneggiatore Nicola Lusuardi, parlando a nome delle associazioni cinematografiche, prima che iniziasse la conferenza stampa di presentazione della 70esima Mostra. “Avrete sicuramente letto il comunicato del ministro Bray – ha proseguito Lusuardi – in cui viene annunciato l’impegno per ripristinare il tax credit ma si tratta di un impegno in un futuro indefinito e per questo motivo abbiamo deciso di non partecipare agli stati generali e ci riserviamo ogni tipo di protesta finché queste promesse non diventino fatti. Anche questo governo fatica a capire che il settore cinematografico è strategico per il paese e dà lavoro a oltre 200mila persone”. Fiducia da parte di Baratta che la protesta rientri. “Se allo stato attuale ci sono delle tinteggiature forti in merito alla questione del tax credit – ha dichiarato -, mi sento comunque fiducioso nella composizione felice della contesa. Penso insomma a una possibile soluzione soddisfacente”.
(nella seconda foto: Eva Riccobono, madrina di Venezia70)