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Ci racconta nei dettagli in che consiste Le parole degli eroi?
E’ un progetto multidisciplinare e cross- mediale che abbraccia il teatro e la documentaristica ed è inserito nel programma ufficiale per la commemorazione dei cento anni della Prima Guerra Mondiale. Il fine è puntare l’attenzione non solo sulla straordinaria impresa di cui sono stati protagonisti i nostri soldati, ma anche di portare alla luce la loro vita quotidiana al fronte attraverso le lettere che scrivevano e che, con pazienza e tanto amore, siamo riusciti a portare alla luce.
In che modo?
Attraverso ricerche negli archivi dell’Esercito Italiano e nelle Biblioteche, abbiamo ritrovato le lettere scritte dai nostri militari alle ragazze dei licei che realizzavano per loro maglioni, calzini e altri indumenti per combattere il freddo. Siamo in presenza di una vera e propria drammaturgia dell’esistenza quotidiana dei soldati. Le lettere trovate erano indirizzate non solo a familiari, ma anche a estranei come le studentesse dei vari istituti che finivano per diventare persone di famiglia. Talvolta i giovani soldati chiedevano anche libri. Sulla base di queste testimonianze ritrovate, con Cristiano Pinto abbiamo realizzato uno spettacolo di 50 minuti.
E lo spettacolo diventerà un documentario, giusto?
Questi testi saranno la sceneggiatura su cui realizzare poi un documentario. Le parole degli eroi è un progetto triennale e speriamo di poter portare lo spettacolo teatrale in giro per l’Italia. Il documentario sarà pronto nel 2016 a andrà anche in onda sul piccolo schermo. Abbiamo dei contatti con le aziende televisive per decidere la collocazione.
Come si articola lo spettacolo teatrale?
Sarà un reading di grande impatto emotivo nel quale si alterneranno le voci dei soldati, delle mamme, delle fidanzate e delle crocerossine al fronte, che ci racconteranno con le loro autentiche parole, le sensazioni, le aspettative, le paure che la guerra suscitò nei loro cuori. A leggere le lettere ci saranno attori come Luca Zingaretti, Edoardo Sirago, Manuela Mandracchia con la quale ho realizzato il progetto.
Quele aspetto del dramma della Grande Guerra l’ha colpita maggiormente, nel corso della realizzazione del progetto?
L’idea dei soldati che si trattasse di una guerra destinata a concludersi presto. Ci sono soldati che scrivono di aver rimandato la festa di nozze di una decina di giorni. Ho visto tanti documentari nei quali questi soldati erano considerati dei poveretti. Loro hanno creduto nell’Italia, si sono battuti per l’Italia, ci hanno creduto. Come hanno creduto nell’Italia le madri che avevano perso i figli ma che credevano di dover lottare ancora per il Paese.
Progetti futuri?
Le parole degli eroi mi terrà impegnato per tre anni, ma nello stesso tempo guardo anche all’universo televisivo. Intanto ho sostenuto un provino per una notissima serie televisiva e ho in mente di realizzare un altro spettacolo teatrale in cui la documentaristica si intrecci con il teatro in maniera cross- mediale come l’attuale.
Qui l’intervista all’attore in occasione della serie Rex.