Tacchi bianchi altissimi, fiore nero tra i capelli e treccia, la Balivo ha inaugurato con un look da ragazzina la seconda edizione. Tra vecchie conoscenze e nuovi designer, come quelli che costruiscono giocattoli per bambini, si è partiti subito con un tutorial sul make up, poi è toccato a Helga, che si veste male e ha bisogno di qualcuno che la aiuti con la scelta del guardaroba. E via così, passando di settore in settore nello studio, ognuno dei quali allestito per un tipo diverso di tutorial.
Detto Fatto è la trasmissione del fai-da-te, con l’intento di dare consigli utili alle donne a casa in fatto di trucco, vestiti e piccoli lavoretti.
Va dato atto a Rai2 di aver rinunciato al pomeriggio salottiero all’insegna della cronaca nera, del gossip, delle polemiche sterili e delle discussioni inutili, ma la partenza ci è sembrata lenta e molti tratti della trasmissione scontati.
Il tentativo di deviare rispetto a un certo tipo di televisione c’è, così come è innegabile che gli autori abbiano guardato oltre i confini delle reti generaliste. Non si può infatti non notare come Detto Fatto ammicchi a Real Time, alla sua Clio e al Ma come ti vesti di Enzo e Carla, seppur con altre modalità. Quello che però non funziona è il ritmo: alla lunga, dopo i primi venti minuti, la tentazione di cambiare canale è molto forte. Perché i tutorial senza il montaggio che invece hanno a Real Time, risultano noiosi, a meno che lo spettatore non abbia la fortuna di imbattersi proprio in qualcosa che gli interessa particolarmente. Ma dubitiamo che questo sia il caso di un body painter che dipinge bracciali, oltretutto dicendo che i colori costano meno rispetto all’acquisto di un gioiello.
Il pubblico femminile invece, si sarà sentito sicuramente vicino alle donne a cui Elisa D’Ospina ridà una luce nuova: si tratta delle cosiddette “curvy”, cioè donne che in televisione vengono trattate da eccezioni, ma in realtà indossano le comunissime taglie 46 e 48. Un messaggio positivo quello che lancia la fashion blogger valorizzando donne che si allontanano dallo stereotipo.
In definitiva, il difficile per Detto Fatto è mantenere alta l’attenzione, compito arduo per un programma che dura più di due ore e si risolve nella successione di momenti a sé stanti. E di sicuro ammettere candidamente che le posate decorate con la pasta di Fimo sono solo per bellezza, il che significa dichiararne tra le righe l’inutilità, non aiuta…
Detto Fatto, il ritorno di Caterina Balivo
2 Settembre 2013
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