Ieri sera è andato in onda il charity show dal titolo #Ioesisto, su Rai1, inserito nella settimana che la Rai ha dedicato a Telethon e quindi alla racconta fondi per la ricerca. Alla conduzione del programma hanno partecipato, in una sorta di staffetta, i volti più noti di Rai1: Carlo Conti, Mara Venier, Fabrizio Frizzi, Flavio Insinna. Ognuno ha gestito un segmento del programma con la presenza di ospiti in studio ma soprattutto con la testimonianza di persone aggredite da malattie genetiche più o meno rare.Nella prima parte del charity show durata fino a mezzanotte, sono stati soprattutto i bambini a raccontare, idealmente, attraverso la propria patologia, le condizioni in cui si trovavano.
Da apprezzare il tentativo, riuscito, di integrare alcuni dei piccoli ospiti nel tessuto del programma. Emilia, ad esempio, la bimba che è stata accanto a Carlo Conti e Mara Venier. colpiva per la competenza con cui si è calata nel ruolo di conduttrice improvvisata. Una delle storie più commoventi è stata quella di un bimbo di soli tre anni e mezzo su una mini-carrozzina adeguata alla sua età. Un bambino delizioso, intelligente e svelto, appassionato della Ferrari, per il quale è arrivato in studio Alonso. E gli ha regalato la macchinina rossa tele-guidata.
La forza di questa settimana televisiva dedicata al Telethon, consiste nella coralità di intenti che accomuna tutti ccoloro che organizzano e conducono a dispetto di alcune polemiche che pure ci sono state in passato. C’è poi da sottolineare anche la presenza di star nazionali e internazionali. Ieri sera c’era l’attore d’oltre oceano Ben Stiller. Ma era presente anche Elisa, oltre ad altri ospiti musicali e non, che si sono esibiti in nome della solidarietà legata a Telethon.
Il fine del charity show è sicuramente apprezzabile. La maratona Telethon continua a far conoscere al grande pubblico generalista realtà e patologie che, purtroppo, non hanno l’onore dei riflettori. Come anche nelle edizioni passate, si dà spazio soprattutto ai bambini colpiti da malattie genetiche difficili. E sul palcoscenico è un viavai di carrozzine, talvolta anche piccolissime, sulle quali ci sono le giovanissime vittime delle malattie che Telethon cerca d combattere proponendo, grazie alla ricerca, nuove cure.
Le vicende proposte sono state davvero molto commoventi, ma bisogna sottolineare che l’approccio dei conduttori con i piccoli protagonisti è stato giusto: senza retorica e sentimentalimi, facendoli sentire parte integrante del mondo di tutti. E mentre il numeratore segnava progressivamente cifre sempre più consistenti, il pensiero del telespettaore andava al gran cuore degli italiani sempre pronti a “donare” in tutte le manifestazioni benefiche proposte che, bisogna rilevarlo, non sono state poche negli ulttimi tempi.
Le storie,come ogni anno, sono la parte più interessantre del programma: storie di sofferenza ma anche di lotta contra la malattia. Le persone che vengono a mostrare la propria sofferenza disabiltante hanno un atteggiamento positivo nei riguardi della vita e non si sentono assolutamente “figli di un dio minore”. E questo rappresenta un ulteriorte aspetto positivo della maratona Telethon.
I momenti di spettacolo sono stati parecchi ma sono stati ben inseriti. Persino Fabrizio Frizzi, memore della sua esperienza a Tale e quale show, si è esibito come cantante. C’è stato poi il rapper Clementino, mentre Paolo Belli ha partecipato con la sua band.
Infine la presenza dei ricercatori venuti a raccontare gli sforzi anche decennali per giungere a qualche risultato, completa un programma che dovrebbe andare in onda più di una sola volta all’anno.