Per il teen drama il gradimento di pubblico era evidente fin dalla prima puntata, è cresciuto esponenzialmente fino a raggiungere, sette giorni fa, il 24,84% di share e 6.733.000 spettatori. L’esordio, lo scorso 26 gennaio, aveva già bloccato sulla rete leader di viale Mazzini 5.300.000 persone consegnando a Rai1 il 20,02% di share.
Con l’episodio conclusivo della serie , però, non solo la commozione ma anche l’aspetto fantastico hanno avuto la meglio. Troppo frettoloso e scarsamente credibile il risveglio di Rocco, l’undicenne in coma da otto mesi che, dopo una lunghissima e pericolosa operazione al cervello, si risveglia, abbraccia tutti i compagni e addirittura si alza dal letto. Favolistica la modalità con cui il ragazzo si allontana dal “limbo” nel quale si trovava e dal quale raccontava la storia dei Braccialetti rossi: fa un tuffo dallo stesso trampolino dal quale era caduto procurandosi seri danni.Ma questa volta il risultato è diametralmente opposto. Anche le reazioni della madre al risveglio del figlio sono state approssimate, quasi si avesse fretta di giungere all’happy end.
La serie ha raccontato l’amicizia di sei ragazzini tra gli 11 e i 17 anni, degenti in un ospedale per patologie diverse ma importanti. Nel corso delle puntate, Davide, uno dei Braccialetti rossi, non ce l’ha fatta ed è morto durante un difficile intervento chirurgico. Il gruppo, riunito intorno a Rocco ha ritrovato il coraggio e la forza di reagire.
La conclusione è il preludio per un proseguimento della serie già evidente con l’arrivo, nell’ospedale di altri personaggi. Rai1, infatti, con Braccialetti rossi ha conquistato il favore di un pubblico giovane tradizionalmente lontano dalla stereotipata fiction nazional popolare.
Leo, Cris, Davide, Tony, Rocco e Vale sono piaciuti agli under 20 perchè si sono comportati come i loro coetanei reali, ne hanno utilizzato il linguaggio e hanno avuto le medesime reazioni dinanzi alle difficoltà: reazioni spesso anche violente alla base delle quali, però, c’è sempre un fondo di emozioni manifestate o represse a secondo della personalità dei giovani protagonisti.
Quasi tutti esordienti, alle loro prime esperienze di recitazione, i sei attori sono stati notevolmente convincenti nei rispettivi ruoli, più dei loro colleghi adulti. Sono riusciti a comunicare al telespettatore un bagaglio emozionale che, però, non è immune da una certa retorica della sofferenza: elemento quest’ultimo che si è cercato di camuffare proprio attraverso le dinamiche adolescenziali del “teen- drama”. Nel cast degli attori adulti ci sono, tra gli altri, Laura Chiatti e Carlotta Natoli.
Braccialetti rossi ha proposto un universo giovanile a metà strada tra la realtà e la fantasia, ma, ad eccezione di alcuni casi come il finale,gli ingredienti sono stati ben dosati in un mix sapientemente studiato che doveva dare la sensazione della vera quotidianità. A contorno, le vicende d’amore tra i giovani protagonisti con al centro Cris, l’unica donna dei Braccialetti rossi.
Intorno ai ragazzi, il mondo degli adulti con tutte le problematiche reali di oggi: genitori perennemente indaffarati, famiglie allargate, ragazzi che cercano un ideale in cui credere e lo trovano proprio nell’amicizia, nel legame di quel “braccialetto rosso” che ognuno porta al braccio come simbolo di unione e di appartenenza al gruppo.