Complice un’attualità politica concitata che fornisce in continuazione nuovi elementi, a Gazebo il materiale non manca mai. E Zoro documenta anche gli eventi che solitamente non trovano spazio, o perlomeno ne trovano poco, nei media,
In studio l’atmosfera è rilassata: il programma affronta argomenti importanti, ma in un’atmosfera di grande leggerezza.
Zoro conduce, in realtà però il programma ha una dimensione corale. La squadra è improbabile quanto ben assortita: un vignettista, un giornalista, un musicista, un presentatore e un tassista. Makkox, Damilano, Roberto Angelini, Diego Bianchi e Mirco Matteucci (per i fan Missouri4) sono come un gruppo di amici che, invece di ritrovarsi al bar, si dà appuntamento in tv.
Tra i meriti della trasmissione, aver capito che Twitter non va sfruttato limitandosi a far scorrere un paio di messaggi sul sottopancia dello schermo.
A Gazebo il lancio degli hashtag avviene in diretta, spesso ironizzando su quanto sta andando in onda in quel momento: oltre al generale #gazebo, ne viene pensato uno per ogni momento della puntata. Se ad esempio Damilano sta spiegando i principali avvenimenti della giornata dilungandosi più del solito, sul video partirà subito #spiegonedamilano.
Non solo: gli autori hanno integrato Twitter all’interno del programma dedicandogli un apposito spazio, la “social top ten”. Si tratta di una classifica in cui vengono selezionati i tweet più divertenti degli esponenti politici, dove per divertenti non ci si riferisce a “cinguettii” particolarmente sagaci, ma all’incapacità di gestire la comunicazione sui social che suscita umorismo involontario
Rispetto alla scorsa stagione, la collocazione del programma è ora spalmata su tre serate: martedì, mercoledì e giovedì, sempre dalle 23.00 in poi. In origine l’appuntamento era una volta a settimana, la domenica notte.
Gazebo, “il segno di Zoro” su Rai3
24 Marzo 2014
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