Ora il curriculum professionale e culturale di Freccero, uno dei massimi esperti di comunicazione made in Italy è più lungo dei 750 chilometri dell’Autostrada Milano- Napoli. Responsabile di reti come Canale 5, Italia 1, Rai2, La cinq, France 2 , France 3, presidente di Rai Sat, fondatore e direttore di Rai4, docente del corso di laurea in Discipline delle arti, della musica e dello Spettacolo (DAMS) presso l’università di Roma Tre, autore televisivo (tra cui il programma Rockpolitik di Adriano Celentano): sono alcune delle tappe professionali di un uomo di cultura apprezzato e stimato che ha fatto della “bella televisione” uno dei suoi obiettivi ed è stato anche responsabile dell’ultima edizione del Roma Fiction Fest restituendo alla manifestazione spessore e interesse a livello internazionale. Attualmente è ospite fisso a Tv Talk.
{module Google richiamo interno} Alternativo, provocatorio, all’avanguardia, scomodo ma incisivo e intellettualmente in anticipo sui tempi, Carlo Freccero ha tutte le carte in regola per pontificare sulla tv dall’alto della sua preparazione e della sua indiscutibile esperienza. Dovrebbe farlo da una cattedra universitaria, in convegni sulla comunicazione organizzati da Atenei a livello nazionale e internazionale.
Ma andare a pontificare sugli squallidi filmini trash che i ragazzini preparano e buttano in rete in occasione di eventi come il diciottesimo compleanno, è un affronto alla sua intelligenza. Un affronto ancor più grave se la sede, in cui questa discussione non proprio oxfordiana avviene, è lo studio di Domenica live la cui padrona di casa è la regina della trash-comedy pomeridiana made in Mediaset.
Che bisogno aveva Carlo Freccero di mortificare la sua professionalità fino a questo punto? Quale può essere stato il motivo che ha spinto un principe della Comunicazione a interessarsi di filmini amatoriali? Non certo una motivazione di ordine sociologico. Neppure il tentativo di capire perchè tanti giovani, (ma anche non giovani), realizzano filmini sulla propria vita e li danno in pasto al popolo della Rete. Non c’era nulla nell’intervento di Freccero e degli altri ospiti della D’Urso che assomigliasse minimamente ad un tale meritorio obiettivo.
E allora? Freccero negli ultimi tempi non sembra più soddisfatto di essere solo un esperto di Comunicazione e di tv. Sta andando oltre: lo abbiamo ritrovato nei salotti della politica e dello sport a discettare di argomenti che credevamo fossero lontani da lui e nei quali non si è mostrato mai “ferrato”. Si ha la netta sensazione che stia per diventare un “tuttologo”, uno di quegli inutili e irritanti ospiti televisivi che hanno la pretesa di aver sempre l’ultima parola su ogni argomento.
Carlo Freccero è molto di più, peccato che lui lo abbia dimenticato.