Da oltre oceano abbiamo visto sbarcare sull’italico suolo anche Julia Roberts e recentemente Brad Pitt. Un tris d’assi per il mercato pubblicitario che, naturalmente, ha una platea internazionale molto più ampia di quella italiana. Tutti divi di poche parole, ma di molti contanti, bisogna dirlo. Il bel George, dall’alto del suo mezzo secolo di età ammicca sempre deliziosamente quando pronuncia l’unica parolina “Immagina” per un’azienda di telefonia mobile. E non si spreca molto di più neanche quando è il testimonial di una casa automobilistica.
Il fatto è che per quelle due parole, pronunciate in contesti differenti, l’ex fidanzato di Elisabetta Canalis, intasca una somma incredibilmente alta di denaro. Maggiore anche del cachet conquistato facendo il testimonial del Nespresso, pubblicità con la quale sta imperversando di nuovo sui nostri schermi.
A impegnarsi meno di lui, solo Julia Roberts, che qualche tempo fa è passata dall’Olimpo hollywoodiano al Paradiso nazional-popolare di casa nostra, abitato dalla premiata ditta Paolo Bonolis e Luca Laurenti che reclamizzava una nota marca di caffè. L’indimenticabile interprete di Pretty woman non diceva neppure una parola. Si limitava a sfoggiare un sorriso a trentadue denti che le ha fatto incassare la bellezza di un milione di euro tondo tondo.
Un milione per un sorriso, dunque. Quanto tempo è passato da quando ci volevano solo cinquemila lire per un sorriso, come recitava lo slogan delle primissime edizioni di Miss Italia. Deve aver capito Julia Roberts che il silenzio è più incisivo di qualsiasi parola e non ha trovato di meglio che mettere il proverbio italiano in pratica proprio nel nostro paese.
Per non parlare di Brad Pitt: recita a mezza bocca una cantilena per una notissima marca di profumo femminile, sicuro di rappresentare anche nella pubblicità un sex symbol. Invece è incredibilmente banale, dà quasi fastidio, e chissà quanto ha chiesto come compenso.
Il fatto è che oggi anche la pubblicità si è internazionalizzata ed è divenuta molto più sofisticata e patinata ripetto al passato. Quindi per marchi non solo italiani, le case di produzione ricorrono ad un unico testimonial conosciuto a livello planetario che non solo viene pagato profumatamente, ma approfitta dello spot per rinverdire la sua fama passando di nazione in nazione.