E’ “ricomparso” oggi, sabato 1 febbraio, alle 17 nella nuova collocazione: infatti durante le precedenti edizioni andava in onda la domenica alle 18. Diciamo subito che Geppy Cucciari sta alla letteratura come Aldo Biscardi alla lingua italiana. Dispiace dirlo, ma la comica transfuga da La7, è apparsa la persona sbagliata per un programma simbolo della terza rete. Le sue battute di “satira politica” che avrebbero dovuto, a suo parere, alleggerire l’atmosfera della gara tra due scuole, mal si conciliano con le tematiche culturali e divulgative della trasmissione. Un esempio: spiegando agli allievi dei due istituti in gara come si sarebbe svolta l’ultima prova della puntata ad un certo punto ha detto: vi sto dando più spiegazioni di Andreotti ai suoi processi. In un’altra battuta ha inserito, a sproposito anche Angelino Alfano. Non ha compreso che Per un pugno di libri non ha bisogno di alcuna comicità. E’ un programma che si regge da solo e rappresentava uno dei migliori appuntamenti culturali dell’azienda Rai.
Infatti, lo stesso Neri Marcorè, che ha gestito Per un pugno di libri per dieci edizioni consecutive, non si è mai permesso di fare battute di tal genere e ne avrebbe avuto motivi molto più validi della Cucciari. Marcorè è uno dei migliori interpreti della satira politica made in Italy. Eppure aveva capito che il programma aveva bisogno di un approccio di maggiore spessore culturale. Ed è stato impeccabile. Buona anche la gestione degli scorsi due anni di Veronica Pivetti.
Non si comprende, quindi, l’entrata ” a gamba tesa” della signora Cucciari che si è impadronita del programma, lasciando Piero Dorfles in posizione defilata. La sua conduzione impetuosa ha persino impedito a Dorfles, alla fine del gioco principe “Fuori l’autore” di dare le risposte che i ragazzi non avevano indovinato. Risposte date dal consulente culturale del programma, sempre, nel corso di tutte le edizioni precedenti. Insomma la Cucciari dopo l’arte (nel programma Dopo tutto non è brutto) ci riprova con la letteratura
La formula è rimasta quasi del tutto invariata, con alcuni innesti che dovrebbero rappresentare le novità ma che, invece, finiscono per dare anche fastidio. Ad esempio, la presenza, in registrata, di Lillo e Greg che leggono brani da libri i cui titoli devono essere indovinati dagli studenti. Nelle scorse edizioni gli ospiti erano gestiti in maniera migliore.
Insomma Andrea Vianello,direttore di Rai3 ha voluto dare al programma un’impronta personale, slegandosi dal passato. Ma purtroppo, il risultato non è apparso in sintonia con lo spirito del programma. Uno dei pochi nei quali ii giovani sono chiamati a mostrare la propria cultura dando, finalmente, un’immagine positiva delle nuove generazioni.