Questa la sensazione suscitata nel telespettatore da Il meglio d’Italia di cui è andata in onda su Rai1, venerdì 28 febbraio, la prima puntata. Enrico Brignano è stato uno dei comici più interessanti, in grado di interpretare, sotto l’ottica dell’ironia, le più piccole abitudini della via quotidiana. Un bel giorno ha iniziato a “strafare”: è accaduto quando è stato conduttore de Le iene show su Italia 1. Quell’esperienza ha provocato una sorta di metamorfosi nella sua personalità comica: ha iniziato a sopravvalutarsi, a considerarsi il detentore unico del sens of humour e si è addentrato anche nei meandri della grossolanità.
A Il meglio d’Italia ha cercato di spaziare a 360 gradi sull’italianità, sull’orgoglio di sentirsi italiani. Nelle intenzioni avrebbe dovuto far conoscere al pubblico e alla sua partner argentina l’attrice e modella Liz Solari, le ricchezze del nostro paese. Invece abbiamo assistito ad una serie di monologhi, spesso troppo lunghi e chiaramente ispirati agli spettacoli teatrali di Brignano. E la Solari, fortunatamente, è stata relegata in un cantuccio. Seguire il padrone di casa nei suoi voli pindarici attraverso i secoli è stato notevolmente complicato e persino noioso. A salvare parte dell’one man show (perchè di questo tipo si spettacolo si è trattato) sono intervenuti personaggi come Giorgia, Pippo Baudo, Il Volo. E verso la fine, è arrivato anche Alberto Angela a parlare della cappella Sistina, in una sorta di riproposizione dei programmi propri del conduttore. Questo momento di “alta cultura” si è dovuto scontrare con una differente realtà: il “corpo di ballo” de Il meglio d’Italia: ballerine assolutamente in deshabilleé con il lato B in bell’evidenza, come ha sottolineato lo stesso conduttore. E a questo punto viene da chiedersi cosa davvero si intenda per “cultura” in tv. Brignano si è goduto il “momento dialogo” con il giovane Angela con la consapevolezza di aver reso un gran servigio al varietà, ovemai fosse varietà Il bello d’Italia.
Il padrone di casa ha cantato, si è trasformato nei “grandi uomini italiani”, ha parlato di pittura, di opera lirica, di televisione, di eventi quaotidiani in un ripetersi all’infinito di monologhi. Poi è arrivato Pippo Baudo e qualche spazzo di varietà si è visto. Baudo ha sfoggiato un’auto ironia molto difficile da trovare in personaggi della sua età ma ha rivelato una linfa vitale in grado di dare una sferzata di energia allo show. Purtroppo, poi, si è caduti di nuovo nell’atmosfera scontata e soporifera.
Infine: Il meglio d’Italia dura troppo. E’ incomprensibile pretendere che uno show basato su una sola persona anche se con ospiti, possa essere in video per più di due ore e mezza. La vis comica irrimediabilmente si perde nella necessità di produrre più battute. La giusta durata di un tale programma sarebbe al massimo di un’ora.