Innanzitutto è evidente che Se stasera sono qui ricalca gli schemi di Un due tre stella, lo show della scorsa primavera gestito da Sabina Guzzanti andato in onda sulla medesima rete. Lo dimostra soprattutto la commistione del genere comico e argomenti seri e la presenza di ospiti più convenzionali che propongono gli argomenti più svariati. Nella prima puntata è arrivata una sorta di giovane predicatrice che, con toni a metà strada tra Celentano e Alberto Angela, ha fatto un lungo monologo sull’importanza dell’acqua. Questi segmenti rimandavano inequivocabilmente alla Guzzanti.E, come la Guzzanti, la Vispa Teresa, durante gli interventi altrui, sedeva a bordo campo e seguiva estasiata.
La Mannino ha evitato di esibirsi personalmente, ha cercato, senza riuscirci, di amalgamare con le sue battute e le sue osservazioni, i vari momenti del programma. E, nonostante l’atmosfera apparentemente familiare, si notava un elitarismo radical chic, un intellettualismo da primi della classe che mal celava la pretesa di volersi distinguere.
Naturalmente, nel grande affollamento di persone intervenute, qualcosa di positivo è stato pur detto. Ma è stato diluito dalla lunghezza dello show.Teresa Mannino dà il meglio di se nei siparietti di Zelig: propone una comicità stringata, concentrata in battute fulminanti pronunciate con un tono e un atteggiamento falsamente minimalisti che ne amplificato l’effetto sul pubblico.
Tutto questo in Se stasera sono qui non c’è stato. L’errore di molti artisti è di sentirsi talmente forti da poter affrontare una lunga prima serata facendosi aiutare da amici fidati. E la Mannino non ha fatto eccezione. Ultima osservazione: il personaggio della comic-lady è alquanto usurato dallo spot per una nota azienda telefonica della quale è tetimonial insieme a Raoul Bova.
Brava ma forse non Ռ questa la sua dimensione.