Accantono la banale spiegazione della recitazione approssimata di Gabriel Garko il cui talento artistico, a dire il vero, sarebbe stato ben valorizzato dal cinema muto. Do per scontato che la sceneggiatura della serie procede scolasticamente su schemi predefiniti e sfrutta, ancora una volta, quella sicilianità oleografica, obsoleta e superficiale. Allora, perchè L’onore e il rispetto ottiene ascolti con share superiori al 20% e una platea di più di cinque milioni di spettatori?
{module Google ads}
Il primo motivo è di origine estetica. Ed è l’eterna ricerca della Bellezza, incarnata dalla statuaria fisicità di Gabriel Garko nel ruolo di Tonio Fortebracci. La Bellezza a cui viene perdonato tutto perchè è immediata, deve solo ostentare la propria perfezione. Garko, come un antico modello greco, parla attraverso la plasticità del proprio corpo che rende inutile la Parola. La sceneggiatura lavora su questi elementi e lo consegna all’immaginario collettivo del pubblico femminile, nello splendore dei muscoli esaltati nelle scene di sesso passionale, anche se non troppo spinto. Garko è l’esplosione dei sensi, perciò una parte dell’altra metà del cielo, lo sublima come simbolo erotico..
Poi ci sono i personaggi, tutti incredibilmente caricaturali che però colpiscono la platea nazional-popolare. La sicilianità resta sempre il punto di forza di una certa cinematografia e fiction televisiva, in qualsiasi modo venga declinata. E prodotti come Il commissario Montalbano, che la rilanciano nella maniera giusta, servono, purtroppo da inconsapevoli traini per serie di minore qualità. Così la Tripolina,il nuovo personaggio, interpretato da Giuliana De Sio, pur nella sua intensità caricaturale appare credibile, grazie alla maggiore capacità recitativa dell’attrice. Alessandra Martinez, invece, si perde in una interpretazione amorfa e senza spessore.
Poi l’ambientazione: pochi esterni, quasi tutto è girato negli studi, con la telecamera puntata sui volti e sui corpi. Sui volti, per sottolinearne la brutalità, la cattiveria mafiosa che secondo stilemi consolidati deve essere stampata in viso. Occhi in evidenza, pochi, pochissimi sorrisi. In L’onore e il rispetto non si ride mai. E il pubblico si immedesima in quella tristezza, con la celata soddisfazione di avercelo, invece, qualche motivo personale per sorridere.
Infine: le passioni spinte all’eccesso che fanno colpo e alimentano quel classico voyeurismo che ipnotizza il telespettatore dinanzi a trasmissioni di cronaca nera. Il gran guignol di una testa mozzata, lasciata nella pubblica piazza, il sangue che scorre a fiumi, tanti morti ammazzati. E, per condire il tutto, l’ambivalenza emotiva di chi uccide, spaccia, e poi diventa un padre affettuoso con i propri figli. Come Tonio Fortebracci.
Ce n’è abbastanza, a mio parere, per giustificare ascolti così elevati