Celentano quando canta è eterno. La sua musica si potrebbe quasi paragonare ad una seduta psicanalitica di gruppo. L’effetto è tornare indietro nel tempo, rievocare attraverso parole e note, emozioni, interi spezzoni di esistenza rivissuti quasi in sequenza cinematografica, periodi particolari che riaffiorano solo grazie alla sua voce che inizia a cantare. La musica di Celentano è la madeleine proustiana che rimanda al tempo passato e fa rivivere quella parte di noi che è stata e che forse oggi non è più. Ma alla quale si guarda sempre con nostalgia.
In nome di questi sentimenti e di tali sensazioni, Celentano è una sorta di patrimonio dell’umanita musicale made in Italy. E’ uno dei grandi vecchi che posseggono il segreto di saper gestire le nostre emozioni
Certo, non tutto è filato liscio nello show in onda in diretta dall’Arena di Verona. Adriano spesso ha dimenticato le parole delle canzoni, altre volte la voce lo ha tradito per poi subito tornare agli standard consueti. Ma cantare con quella potenza e con lo stesso timbro inalterato, dopo più di cinquant’anni, è un dono meraviglioso che la Natura concede a pochi. Altre volte ci sono stati, nello show, passaggi poco chiari, forse a causa della scaletta saltata, e si è notata qualche incongruenza sul palcoscenico. Ma tutto viene smorzato dalla potenza dell’evento, dalla vitalità di questo giovanotto di 74 anni compiuti, che ha resistito live per circa cinque ore in due serate all’aperto. E certo la fatica si è sentita. Ma lui, alla fine di ogni serata, si è messo persino a ballare, dimostrando che ha ancora vitalità.
Molto belli i duetti con Gianni Morandi. Insiema formavano una coppia di circa 150 anni. Ma che freschezza, che vitalità nella voce, anche nel saper affrontare gli errori e qualche stecca. Due grandi vecchi della canzone, ma molto più giovani di tutti i neo cantanti usciti dai tanti talent show in giro per l’etere.
Il parterre era, naturalmente, quello delle grandi occasioni, con vip schierati nelle prime fila che non aggiungevano nulla allo spettacolo. Belle anche le riprese dell’Arena dall’alto, con una visione d’insieme che amplificava la suggestione dell’evento.
Adriano Celentano tornava dopo 18 anni a cantare dal vivo. E in un’età in cui forse gli altri interpreti non hanno più le capacità vocali. Ma questa volta ha capito che doveva dare spazio alla musica e a se stesso, lasciando il predicatore a casa. Certo, qualche predicozzo pure gli è sfuggito, anzi più di uno, soprattutto nella prima sera, quando ha invitato a discettare di economia Fitoussi, emerito sconosciuto in Italia.
Questi sono stati i momenti meno validi, perchè l’economista ha detto cose giuste ma risapute. Nella seconda serata, invece, Celentano, i monologhi li ha fatti da solo, ma ha toccato tematiche meno economiche e forse più nazional-popolari ed è riuscito a strappare qualche applauso.
Insomma, il pubblico vuole che Adriano canti. La sua partecipazione alla passata edizione del festival di Sanremo lo ha fatto chiaramente capire. Infatti il suo intervento suscitò polemiche e fischi che si trasformavano in applausi appena l’ex Molleggiato intonava le sue canzoni eterne.
Infine gli ascolti: in una tv radicalmente cambiata e piena di concorrenza, la prima serata ha conquistato il 31,73% di share con 8.782.000 spettatori. Ottimo risultato. Ma nel 2005, la prima puntata di RockPolitik su Rai1 conquistò il 47,19% di share con 11.649.000. La differenza si nota. Altri tempi, altre cifre. La sorpresa, però, è stata la seconda serata che, contrariamente alle aspettative, ha incrementato la platea sintonizzata su Canale 5. Sono stati infatti 9.112.000 i fan dell’ex Molleggiato che hanno consegnato alla rete il 32,82% di share. Esempio di ri-crescita da non sottovalutare