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Iniziamo mettendo subito in chiaro una cosa: True Detective è una sere antologica e in quanto tale ogni stagione dovrebbe essere vista senza legami con la precedente e, si spera per il futuro, con la successiva. Se vivessimo in un mondo perfetto la fruizione di questa serie andrebbe quindi a rispettare quanto puntualizzato e tutti noi guaderemmo ogni stagione con occhi nuovi. Purtroppo, o per fortuna, non viviamo in un mondo perfetto e quindi la visione di ogni stagione di True Detective non potrà mai essere asettica e distaccata.
Che voglio dire con queste considerazioni? Semplice, che la prima stagione di True Detective è stata talmente bella che probabilmente non verrà mai superata, e tantomeno eguagliata, per qualità. Sarà stata la scrittura, la regia, le interpretazioni e/o il giusto mix di questi e altri fattori ma. a nostro parere, quello che è stato creato l’anno scorso non avrà mai pari. Forte di questa idea credo che sia assolutamente inutile e controproducente continuare a paragonare la prima alla seconda stagione. È un gioco perso in partenza che non può che screditare il lavoro che è stato fatto da Pizzolato per realizzare il nuovo True Detective.
Siccome però nessuno è perfetto, devo riconoscere che sono caduta come tutti nel tranello del paragone, seppur sia stata colpita da una forma lieve di questo virus. Riconosciuto immediatamente che la prima stagione sia stata una perla rara non ho potuto però non fare un paio di osservazioni riguardanti questa seconda stagione che mi hanno portato, almeno fino ad ora, a una conclusione: tutti hanno paura e i fantasmi sono una presenza troppo ingombrante anche per chi ha ricevuto complimenti da chiunque.
Dignifica che, probabilmente, Pizzolato si è trovato a dover far i conti con l’incredibile successo di pubblico e di critica che ha avuto il suo primogenito e che questo bagaglio ha influito pesantemente sul suo lavoro. Riuscire a creare di nuovo qualcosa di così stupefacente è un lavoro complesso e che forse avrebbe bisogno di più tempo, di più attenzioni e riflessioni. Non sto sostenendo che questa seconda stagione sia di infimo livello, sia ben chiaro che a me tra i suoi alti e bassi sta comunque piacendo, ma ho chiaramente potuto notare un ritmo altalenante e scelte stilistiche che non mi sono sempre trovata ad apprezzare.
Nonostante trovi i quattro personaggi principali ben delineati non si può non riconoscere che in alcuni passaggi si siano potute notare delle carenze espressive di una certa importanza. Mi è sembrato anche che qua e là la regia non fosse proprio brillante e che in alcuni punti si potesse fare un po’meglio. Va bene non voler strafare, ma ogni tanto qualche goccia di coraggio in più non avrebbe fatto poi così male.
Mi aspettavo, visto che così era stato annunciato, che alle figure femminili sarebbe stato dato maggior risalto. Forse sotto sotto ho uno spirito troppo femminista, ma a me non è sembrato che le donne siano state così decisive e centrali nello sviluppo della storia.
Insomma, presenza non vuol dire importanza.
Ora che manca solo il gran finale di True Detective ma io mi sento di promuovere comunque questo nuovo prodotto firmato da Pizzolato,riconoscendogli comunque di aver costruito una storia sì a tratti zoppicante ma mai realmente noiosa e che è riuscita a tessere una buona rete di fatti e personaggi.