Apparentemente gli ingredienti per ricreare la medesima atmosfera di amarcord leggero, sentimentale, generazionale, c’erano tutti. Persino il momento di stanchezza del padrone di casa Gianni Morandi era così umano da inserirsi perfettamente nel contesto. Un piccolo coinvolgente istante di grande umanità che ha avvicinato ulteriormente il ragazzo di Monghidoro al suo pubblico multi-trasversale.
Eppure il tocco magico appariva ma spariva immediatamente. Era evidente nel bel momento generazioanle che ha messo a confronto Morandi padre con il figlio Marco. I due hanno cantato insieme in maniera semplice, senza retorica. Si è prolungato, il momento magico, con la presenza di Rita Pavone sul palcoscenico. Morandi e la Pavone che negli anni ’60 affascianvano le generazioni di allora, hanno mantenuto immutato il loro appeal dopo mezzo secolo e più. I due hanno cantato, duettato, persino ironizzato. E dire che una volta mi prendevi in braccio, ha detto la cantante al collega colto nel momento di stanchezza.
Poi, ad un certo punto è come se le luci dell’Arena di Verona, così suggestive e affascianti, si fossero spente su quel mondo incantato. E all’improvviso si è ripiombati nellla banalità, purtroppo anche volgare, del tipico varietà di bassa lega. Questo miracolo al’incontrario è stato realizzato da Checco Zalone: una presenza evitabile, ma necessaria. Il comico, infatti, era soltanto intenzionato a reclamizzare il suo terzo film che sarà nelle sale il 31 ottobre, prodotto dalla Taodue di Pietro Valsecchi molto vicino a Mediaset. Momenti da dimenticare in fretta, di una volgarità incresciosa e imbarazzante. Perchè a parte le “parolacce” che ha notato anche Morandi, il contenuto dell’intervento di Checco Zalone era davvero discutibile.
Poi la magia è tornata con le canzoni del padrone di casa che hanno abbracciato tutto il suo repertorio e la sua lunga carriera. Voce possente in un viso da eterno ragazzo sul quale le rughe rappresentano il giusto e gioioso coronamento di un passato che guarda fiducioso al futuro. Cher, artista internazionale venuta a reclamizzare il suo ultimo disco, ha spezzato di nuovo l’incantesimo con il suo look da improbabile ventenne e una interpretazione di Bang Bang che ha fatto rimpiangere quella insostituibile, suggestiva e commovente di Dalidà.
Noemi, Niina Zilli e una non eccellente, ma accettabile Amy Stewart hanno riportato la magia sul palcoscenico dell’Arena di Verona. L’eterno ragazzo di Monghidoro ha offerto il meglio di sè in queste due sere. Non si è risparmiato. La seconda serata ha offerto un’altra bella canzone del repertorio “morandiano” : In amore. Quel brivido di emozione che ha colto tutti gli spettatori è la degna conclusione dello spettacolo di punta della stagione televisiva autunnale di Canale 5. E poichè la prima serata era iniziata con la pioggia, Morandi chiude lo show proprio con Scende la pioggia, che questa volta, però, è solo virtuale.