Cominciamo dai conduttori: ad eccezione di Katia Follesa che ha rivelato una certa padronanza comica del palcoscenico, Davide Paniati e soprattutto Elisabetta Canalis si sono rivelati inesistenti. La sensazione prepotente che si è fatta strada fin dalle prime immagini è che Zelig1 si sia “ispirato” (e usiamo un termine benevolo) a Made in Sud. Con la presenza dell’inutile ex velina che crede di essere una star hollywoodiana, si è voluto ripetere l’esperimento tentato da Made in Sud con un’altra Elisabetta: la Gregoraci. Ovvero lo sdoganamento dell’inutilità attraverso la comicità. Ma tra Zelig 1 e il varietà di Gigi e Ross c’è una grande differenza: La Gregoraci qualche parola ha pure imparato a tirarla fuori, anzi le hanno fatto fare anche dei discorsi in “calabrese” cercando di dare un signicato ad una presenza della quale si poteva benissimo fare a meno. Bastava la brava Fatima Trotta accanto ai giovani conduttori.
La Canalis è apparsa un tronco di legno, assolutamente impossibile da modellare. Bloccata in una immobilità che le ha tolto anche la parola. Insomma in tempi natalizi una “bella statuina” presepiale. Katia Follesa avrebbe dovuto essere una Fatima Trotta made in Mediaset. La comica ha fatto quanto poteva per rimediare al vuoto spinto che c’era sul palcoscenico. Vestita come una sorta di “tata” o forse di collegiale, si aggirava goffa tra i suoi compagni di scena e gli ospiti che hanno invaso la prima puntata del programma, tra cui Claudio Bisio, Claudia Gerini e Teresa Mannino. Amore per il programma a cui questi personaggi hanno voluto dare il saluto benaugurante per l’esordio? Neppure per idea: promozione dei loro lavori.
Per quanto riguarda i contenuti comici, purtroppo, non hanno superato la mediocrità. Nessuna idea originale, tutto è ruotato intorno a schemi già visti, idee confuse che non riuscivano a esprimersi, gag e battute che ne ricordavano altre o peggio addirittura le ricopiavano. Insomma è mancata la protagonista essenziale di uno show comico che ha la pretesa di individuare e lanciare nuovi talenti: la creatività. In questo senso il “fattore C” inceso appunto come Creatività o anche come Comicità, era del tutto assente.
Certo ai tre conduttori di Zelig1 sfugge una grande verità: è più difficile far ridere che far piangere. Suscitare il sorriso intelligente e riflessivo su battute e testi altrettanto intelligenti e riflessivi, è un’arte che non appartiene a Zelig 1. Purtroppo.