La coppia garantisce sempre audience di notevole rilievo. Sembra che lo scadimento della recitazione proceda di pari passo con il gradimento del pubblico. E’ anche per questo motivo che i responsabili della fiction made in Italy non si preoccupano della qualità e della credibilità degli attori. Bastano altre caratteristiche: la prestanza fisica, la presenza scenica, la popolarità dei protagonisti, la quantità di gossip che aleggia intorno alle loro figure. Riuscire a esprimere anche le sensazioni e le emozioni che animano i personaggi a cui danno il volto, diventa opzionale. Si deve inquadrare in questo contesto “il caso Arcuri- Garko”.
I telespettatori perdonano volentieri le approssimazioni della recitazione, la staticità delle espressioni, l’immobilismo dei comportamenti. Qualcosa di differente si fa strada nell’immaginario collettivo del pubblico dinanzi alla coppia Arcuri-Garko e costringe, quasi inconsciamente, a bloccare il telecomando: è la consapevolezza di trovarsi di fronte ad un mondo del tutto irreale nel quale gli attori sembrano robot che qualche scienziato ha cercato di umanizzare, senza riuscirci. I due, forti della loro bellezza statuaria, si muovono sul set come elefanti in una cristalleria.
Tutto questo la platea della prima searta di Canale 5 lo ha captato nelle performance recitative. Purtroppo, però, tutti hanno peccato di credibilità, non solo i due protagonisti. E davvero non si salva nessuno dalla banalità e dall’approssimazione che hanno investito anche la ricostruzione dell’Italia del dopoguerra, i costumi, la stessa regia. Tutta colpa di una sceneggiatura che è finalizzata a ingarbugliare vicende e sentimenti al limite dell’accettabile. Talvola si è avuta persino la sensazione che la Arcuri e Garko stessero interpretando, nella parodia di Brooke e Ridge, una versione borgatara di Beautiful intrisa di trash ad ogni nuova scena. E forse proprio questo cattura la curiosità del pubblico.
Una curiosità fatta di “assuefazione”. Nessuno potrà togliere mai dal video i due attori sia in coppia che singolarmente. Quindi è bene accettarli come un male, una disgrazia necessaria della quale ci si può liberare in due modi: o cambiando canale oppure assistendo a quanto accade mossi dalla curiosità di capire fin dove il trash della recitazione e delle situazioni può arrivare.