Undici coppie, formate da un partner italiano e da uno extracomunitario, vengono seguite nella loro vita quotidiana. E’ questa la struttura alla base di “I colori dell’amore”, docu – reality riproposto il sabato alle ore 14.20 e la domenica alle 21.10.
L’obiettivo che si pone la trasmissione, che l’emittente del gruppo Discovery ha mandato in onda in prima visione nel mese di febbraio, è quello di raccontare come si vive tra due persone, provenienti da mondi e culture diverse, l’amore in tutte le sue componenti. I protagonisti vengono seguiti per un breve periodo, nel quale il telespettatore ha modo di conoscere il modo in cui essi affrontano il rapporto di coppia, il lavoro e soprattutto i legami familiari.
E’ in particolare quest’ultimo elemento ad essere maggiormente indagato. Gli elementi che possono creare frizioni sono, naturalmente, la fede religiosa, i modi di pensare, i pregiudizi per ciò che è diverso.
Nonostante le naturali difficoltà che possono scaturire in automatico, il programma dimostra come tra realtà culturali apparentemente poco conciliabili può esserci una vera integrazione, andando oltre i preconcetti, ma senza per questo rinunciare alle specificità di ognuna.
Da lunedì 16 marzo, alle 20.40, Real Time propone un nuovo docu-reality: “Alta infedeltà”. Già dal titolo si può presumere quale sia il tema portante del programma: l’adulterio. Protagonista di ogni puntata una coppia sposata, che a causa di un tradimento di uno dei suoi componenti, si è sfaldata.
Tutti gli eventi che hanno portato alla rottura del matrimonio vengono ripercorsi cronologicamente, attraverso la ricostruzione diretta dei protagonisti e allo stesso tempo tramite lo strumento della docu-fiction. Presentare un argomento di questo genere, in un orario dove di solito genitori e figli si riuniscono a tavola per la cena, magari intenti anche a guardare la tv, non può essere una scelta condivisibile. Gli esiti delle storie proposte, infatti, hanno conseguenze negative sulla famiglia e sulla sua stabilità.
Le persone coinvolte nelle vicende sono provate da quanto accaduto. Le vittime del tradimento di solito nutrono rancore, se non odio e desiderio di vendetta, nei confronti del partner che ha fatto loro del male. L’adultero a volte non si dimostra pentito perché, a suo dire, mosso da un sentimento sincero, dimostrandosi in questo modo incurante di aver avuto un ruolo decisivo nel distruggere l’unità familiare.
I contenuti proposti, dunque, non fanno certamente di “Alta infedeltà” un programma family friendly, anzi costituiscono un esempio di televisione dove si finisce per spettacolarizzare un momento critico della vita di una coppia e di una famiglia, che meriterebbe una trattazione più delicata.