Tanto rumore per nulla? E soprattutto: tante polemiche per nulla? Cerchiamo di rispondere. La prima puntata di Adrian, andata in onda su Canale 5 il 21 gennaio, ha confermato i sospetti della vigilia: il protagonista della grafic novel animata si è “benignamente mostrato” solo pochissimi minuti per poi sparire risucchiato da una ambientazione post- apocalittica. E dopo aver pronunciato qualche parola balbettante.
Adrian, in ogni puntata, sarà composta da una prima parte che si svolge in teatro, e dalla seconda dedicata alla graphic novel animata.
Dinanzi alla prima parte, lo sconforto è stato superiore a qualsiasi aspettativa: in uno scenario che sembrava un ufficio doganale del primo Novecento, sono apparsi Nino Frassica con ancora indosso la tonaca utilizzata in La mafia uccide solo d’estate dove interpretava un fraticello corrotto, e la sua spalla in Don Matteo Francesco Scali.
Scenario e battute banali hanno fatto da sfondo alla selezione di persone destinate a salire su una ipotetica arca per salvare l’ambiente e le bellezze del pianeta in pericolo. Un segmento apparentemente slegato dalla storia di Adrian – la serie ma che ne anticipa alcuni contenuti: rispetto per il genere umano e la natura, meritocrazia, non – violenza. Il signore con una valigetta stracolma di soldi utilizzata per essere ammesso sull’arca, è la metafora della corruzione, uno dei tanti mali della società odierna, secondo Celentano, vero e proprio guru, una sorta di Siddartha della modernità.
Nel fumetto, il protagonista Adrian è un orologiaio che vive nel 2068 in via Gluk: il brano Il ragazzo della via Gluk è del 1968. La data dunque evoca il passato ecologista del protagonista. Fin dalle prime immagini, il telespettatore viene proiettato in una società dittatoriale che controlla tutti, come una sorta di Grande Fratello orwelliano, per evitare eversioni e dissensi.
Scorrono immagini del passato arcaico e di quello più recente, dagli Egizi alle Guerre che hanno devastato il pianeta, fino alle Torre Gemelle. C’è persino il trend dei talent con il concerto del cantante che assomiglia troppo a Biondo di Amici e che non esita ad intrattenersi in camerino con due fan, presumibilmente minorenni.
Un richiamo anche alla pedofilia. In tale società la corruzione dei governanti regna sovrana: solo Adrian,il pericoloso orologiaio, si ribella con la sua non- violenza e cerca di restaurare una parvenza di legalità, anche attraverso le canzoni le cui parole trafiggono i governanti interessati a catturarlo per annientarne il pericoloso potere.
Infine: la graphic novel è intrisa da un erotismo evidente e ostentato come ulteriore forma di trasgressione nell’universo orwelliano post moderno in cui si muove il salvatore del pianeta. Per l’orologiaio l’amore dovrà salvare il mondo: sarà per questo che la sua partner Gilda (con le sembianze di Claudia Mori disegnate da Manara) appare prevalentemente in un totale déshabillé che ne mette in evidenza soprattutto il prosperoso lato B oggetto di continui palpeggiamenti.
Patetico , ed è dire poco , Celentano , un personaggio capace, quello si, di “vendersi” oltre il proprio reale spessore , temi ed argomenti (ecologia , ambiente etc ) magistralmente “sensibili” al grande pubblico , ma molto al di la delle sua portata, ed ecco i suoi famosi …silenzi…, cioè il nulla che ha è e che è , venduto per qualcosa (ma non sappiamo cosa) che nessuno sa , forse solo lui. Un cantante mediocre , un “attore” meno di tale .
Un grande bluff ,certamente abile venditore di se stesso ad una Italietta becera facile a farsi irretire da sapienti costruzioni di “personaggi” dal vuoto pneumatico , è questo si , si deve ammettere Lui..lo è un personaggio dotato di grande egocentrismo ed è caduto nella sua stessa tela , con ADRIAN ..è diventato , alla sua veneranda , età Patetico poveretto qualcuno che lo ami ,glielo dica.
Francesco ci hai azzeccato alla grande! non c’è niente da aggiungere alla tua perfetta analisi.