Per la verità si era avvertito già da tempo il bisogno di spettacolarizzazione del talent show per la cui promozione Simona Ventura, nel ruolo di conduttrice, ha fatto il classico giro delle sette chiese televisive. Deve essere arrivata già stanca alla registrazione delle puntate che hanno mostrato, subito limiti difficilmente superabili e lacune difficilmente colmabili nel corso del tempo.
Cominciamo dalla giuria. Al ruolo istrionico di Marco Castoldi, in arte Morgan, eravamo già abituati. Lo abbiamo conosciuto in svariate edizioni di X Factor su Sky Uno. Lo abbiamo ritrovato a sorpresa, in alcune puntate di una sfortunata (per lui) edizione di Amici dalla quale fu costretto a ritirarsi. E adesso rieccolo, con la sua stravaganza, questa volta contenuta e visibile soltanto nell’eccentricità professionale di un artista la cui preparazione non è assolutamente messa in dubbio. Diciamo subito che la sua personalità domina e svetta su quella dei colleghi.
Gigi D’Alessio insieme a Morgan dovrebbe rappresentare l’appeal per la generazione più in età. Non ha mostrato, almeno nella prima puntata, il carisma di un vero coach. Troppo standardizzato nel proprio modo di intendere il mondo della canzone.
Gue Pequeno ci è apparso davvero senza infamia e senza lode, quasi perso in un ambiente che, chiaramente, non gli apparteneva. Ma si è sforzato di assolvere il proprio compito anche se il risultato non è stato sempre positivo.
La scommessa di puntare su Elettra Lamborghini è stata troppo azzardata. L’ereditiera dovrebbe rappresentare un punto di riferimento per un pubblico giovanile. Ma The Voice è un talent musicale non un reality estremo come Riccanza o Ex on the beach Italia che rappresentano i fiori all’occhiello della giovane neo coach. Qualche dubbio anche sulla sua effettiva competenza musicale che non può limitarsi soltanto alla pubblicazione del primo reggaton Pem Pem e sul singolo Mala.
Una giuria, dunque, male assortita che si concede atteggiamenti spettacolari. Morgan ha abbandonato la sua postazione per esibirsi in un fuori programma con una concorrente, la Lamborghini si precipita ad abbracciare un concorrente ma deve mantenersi il vestito per non essere tradita dalla scollatura oceanica. Insomma l’insinuazione del trash in The Voice ha assunto contorni reali. A quali banalità ci si abbassa pur di fare audience.
A tal fine si sono inseriti nel talent alcuni veri e propri dilettanti allo sbaraglio, concorrenti scarsamente dotati alla cui voce non si gira nessuno dei coach.
Affettuosa e comprensiva come una madre televisiva, Simona Ventura ha assistito tutti, nella buona e nella cattiva sorte. Ma era evidente in lei, un visibile imbarazzo, dovuto, certamente all’emozione del ritorno.La conduttrice è andata a prendere i giovani partecipanti nelle località dove vivono dando vita ad RVM di cui non si avvertiva la necessità.
Ma il vero limite di questo inizio di The voice 6 è l’assenza, salvo alcune eccezioni, di veri talenti. L’unica novità è il ritorno della Ventura in Rai. E non basta certo a dare un’impromta di credibilità ad uno show che non ha mai prodotto artisti in grado di sopravvivere alla chiusura del programma.
Perfettamente d’accordo sul fatto che NON ci siano talenti di rilievo e che la composizione dei 4 giudici sia stata completamente sbagliata. La mazzata però al programma è, secondo me, la presenza di Simona Ventura, che nulla ci azzecca con il programma. Oltretutto, nelle edizioni precedenti, il presentatore, almeno nelle blind, si vedeva solo da supporto agli amici / genitori / parenti dei concorrenti ad inizio / fine esibizione, ora alla Ventura è stato riservato un posto DURANTE OGNI ESIBIZIONE, con balletti patetici o commenti fuori luogo. Insomma, qualcosa di patetico e di perfettamente inutile per il programma.