“La giostra degli scambi” ha mostrato un punto debole. Il racconto si è svolto su due piani di indagini che ad un certo punto avrebbero dovuto portare alla scoperta dell’assassino. Da una parte la fiction ha seguito la storia del proprietario di un negozio e della sua amante barbaramente trucidati nel letto in cui si concedevano alla passione. Dall’altra, Montalbano ha dovuto fare i conti con casi di sequestri temporanei di giovani donne che venivano cloroformizzate e successivamente rilasciate senza aver riportato nessuna violenza.
Il punto debole è da ricercarsi proprio nella difficoltà di coniugare le due linee d’azione e nella scarsa comprensibilità che ne scaturiva.
Non è la prima volta che accade nella serie de Il Commissario Montalbano. Spesso queste scelte derivano dalla necessità di realizzare un prodotto della durata di almeno 100 minuti.
Detto questo il tv movie è stato il primo senza la figura del medico legale dottor Pappano. Il personaggio, purtroppo scomparso lo scorso anno, era diventato un cult per i fan del commissario di Vigata. Goloso, irascibile, ma pieno di una singolare ironia, nelle ultime serie era stato abbastanza calcato in molti comportamenti, tra cui l’estrema propensione per il cibo.
In mancanza di Marcello Perracchio, si è accentuata la maschera comica di un altro personaggio cult: Catarella (Angelo Russo). Il singolare poliziotto ha avuto più spazio ed ha incrementato il numero di battute spesso al limite del credibile. Anche questo è un atteggiamento che andrebbe rivisto perché non in sintonia con la dignità professionale di un esponente delle forze dell’ordine.
Da sottolineare la buona prova di recitazione fornita da Fabrizio Bentivoglio nel ruolo di Giorgio Bonfiglio, il primo sospettato da Montalbano per i due delitti di puntata. L’attore si è dimostrato credibile e si è immedesimato nella parte in maniera molto professionale. Il personaggio di Fazio (Peppino Mazzotta) è sempre stato il vero braccio destro di Montalbano. Preciso e ligio al dovere, Fazio riesce ad anticipare persino le decisioni del suo capo. Nella puntata de “La giostra degli scambi” è apparso ancora più legato a Montalbano traendolo anche dall’impaccio di situazioni imbarazzanti.
Mimì Augello (Cesare Bocci) ha ripreso il suo ruolo di latin lover. Montalbano si rivolge a lui con espressioni tipiche come ad esempio “femminaro”. Appare, comunque, in sintonia con il suo passato.
E a proposito del dialetto siciliano, molti termini apparivano poco comprensibili. Ma sotto questo punto di vista, è facile perdonare sia il commissario che il suo creatore Andrea Camilleri.
La cittadina immaginaria di Vigata appare come una cartolina, mai stereotipata ma in grado quasi di animarsi e di suscitare emozioni e suggestioni nel telespettatore. A ciò contribuisce proprio la regia sapiente di Andrea Sironi che in ogni inquadratura mostra tutto il suo amore per un prodotto più letterario che televisivo.