Presta si dimostra recidivo. E, dimentico delle esperienze del tempo che fu, adesso si rimette alla prova, insieme a Paola Minaccioni, con il nuovo appuntamento dal titolo Be Happy.
Rete privilegiata la terza diretta da Stefano Coletta. Be Happy va in onda nell’access prime time alle 20.20. E si propone di elargire al pubblico venti minuti di felicità, o meglio di ricerca della felicità, nel corso della routine quotidiana.
Lo studio è una sorta di salottino con un divano sul quale si svolgono i principali siparietti ironici dei due protagonisti: Presta e la Minaccioni. Il studio alcuni figuranti che si calano in spettatori osannanti e plaudenti alle mediocri performance dei due conduttori- attori.
Tutto, purtroppo, ci è apparso superficiale e persino mediocre. Innanzitutto la Minaccioni ha riproposto, tra le imitazioni del suo repertorio, una Melania Trump più volte ascoltata nelle puntate mattutine de Il ruggito del coniglio.
Si è avuta subito la sensazione che a portare in video Be Happy sia stato soprattutto il desiderio di video dei due protagonisti. L’umorismo, quello vero, è un distillato di intelligenza e non lo abbiamo ritrovato nelle superficiali battute ed alle situazioni proposte dalla prima puntata.
Mediocri anche i dialoghi tra Presta e la Minaccioni: non hanno trovato di meglio per illustrare la routine quotidiana di due coniugi, di una moglie che chiede al marito di rifarsi il seno e di “conquistare una quarta” taglia. Alla fine, dopo una serie di battute insignificanti, il marito è riuscito a strappare, per lui, un trapianto di capelli.
Poco incisivo anche il siparietto in cui il neo padre va all’anagrafe per registrare il figlio con il nome di Mario. La funzionaria si ribella: sarà un negletto, un fallito che nessun talent show accetterà mai, neppure Amici di Maria De Filippi. In alternativa gli propone nomi strani. Risultato: il papa dà al bambino il nome Nasdaq.
Flebile e senza alcuna valenza ironica anche l’incontro fra Socrates ed un coatto. Tra i due un dialogo mediocre con un’ironia solo epidermica: alla fine il giovane coatto convince il flemmatico filosofo ad accettare la compagnia di una prorompente rappresentante del gentil sesso.
Marco Presta ha capacità umoristiche superiori a quelle dimostrate nell’esordio di Be Happy. Sa essere un convincente umorista ma si ha la sensazione che a lungo andare, la vis comica abbia subito un ridimensionamento. La frequentazione giornaliera de Il ruggito del coniglio è impegnativa, soprattutto perchè il programma dura circa due ore. E poichè l’umorismo si nutre di brevità e battute concise, ogni diluizione fa perdere efficacia: con il rischio di cadere nella banalità.
Un altro programma che fa schifo, come quello precedente!… La colpa di Gazzebo , troppo bello e di alta qualità!
Questo programma è una cagata pazzesca
trasmissione noiosa e banale
Programma inutile e diseducativo..per favore chiudetelo subito…grazie
È veramente penoso!!!!
è terribile, peccato perchè loro due mi piacciono molto. forse è un problema di autori scadenti
Veramente un esperimento fallito…….
ma che strunzata di programma………………ma grande eh!!!!!! due palle………