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Artedì comincia da Napoli, dalla Cappella di Sansevero: una cappelle barocca ricca di opere che rimandano all’alchimia. Floris si muove nelle strade della città campana, mostrando ai telespettatori le meraviglie della città. Dopo aver rievocato al figura del principe di Sansevero, considerato una sorta di dottor Faust, si passa al Cristo Velato.
Codice religioso e massonico pervadono tutte le opere della cappella: il Cristo Velato appunto,è il simbolo della verità che si può conoscere solo alzando il velo. Il costato scavato, le trafitture dei chiodi si vedono proprio grazie alla trasperenza del velo.
Proseguendo nel suo viaggio, Floris mostra le macchine anatomiche: si tratta di ricostruzioni dettagliate del corpo umano, realizzate dal medico Giuseppe Salerno, incredibilmente avanzate per l’epoca.
Discendente di Carlo Magno, il principe Raimondo De Sangro, era un inventore al quale si deve la realizzazione di un archibugio che poteva sparare sia a polvere che ad aria compressa. La leggenda vuole che De Sangro, principe di Sansevero, fosse imparentato con Cagliostro: le sue invenzioni gli crearono forti attriti con la Chiesa, specie quando produsse una materia per dimostrare che poteva produrre gli stessi effetti del sangue di San Gennaro.
Percorrendo la Cappella, vediamo la statua del disinganno: per la prima volta veniva rappresentato questo concetto con la figura di un uomo che si libera da una rete. Ma la Chiesa non poteva rimanere indifferente a tanto sfoggio di simboli esoterici: Papa Pio XIV condannò la massoneria con un’enciclica, tanto che il principe di Sansevero abiurò.
Morto probabilmente per un tumore causato dalle innumerevoli sostanze inalate, il principe è rappresentato in un ritratto in parte rovinato: ciò ha contribuito ad alimentarne la leggenda, in una sorte di damnatio della memoria per la sua diabolicità. In realtà sono stati gli agenti atmosferici a danneggiare l’opera. Nella Cappella di Sansevero è naturalmente custodita la sua tomba.
La prima puntata di Artedì si conclude a pochi minuti dalla mezzanotte; Floris saluta il pubblico con il suo classico “Alé”. L’appuntamento è per lunedì prossimo.