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Cirilli apre con i saluti di rito per poi annunciare Francesco Facchinetti, che il conduttore introduce subito dopo aver presentato la giuria.
inaugura le esibizioni la coppia di Bred&Pitt. I due cercano di sfatare il luogo comune secondo cui gli italiani non sanno l’inglese, perciò uno suona The Wall e Knocking on heaven’s door e l’altro fa un balletto. Già visto per Abatantuono, ma i due passano comunque grazie ai si di Ruffini e Facchinetti.
Roberto De Marchi ha una moglie che gli fa perdere la testa, e si muove in modo che la testa sembra che cada davvero. Poi dice che la moglie non gli farebbe alcun torto, e quando si toglie il cappello gli si alzano i capelli a mo’ di corna. Passa.
Il prossimo è Andrea Vasumi, comico già visto a Zelig e a cui le Iene fecero persino uno scherzo in quanto vip. Romagnolo, parla della sua passione per il cibo. La Lucarelli gli chiede come abbia iniziato perché le sembra uno del mestiere: infatti lo è. Convince tutti.
Si prosegue con Carlo Belmondo, che porta una canzone sulle cose che non capisce, per esempio le farfalle nello stomaco: da dove escono? Interessante secondo Abatantuono, mentre Ruffini lo conosceva già perché è passato da Colorado. Solo la Lucarelli dice no, perché ha trovato la performance una filastrocca di cui non capiva bene il senso.
I prossimi sono i Menomatti Cabaret, la cui esibizione confusionaria viene stoppata. Non ce la fanno.
La prima donna della serata è Spicu, che sta andando in analisi. Sta imparando l’accettazione nei confronti della sorella che le ha rubato il fidanzato ed è la preferita dalla madre: mentre la donna cerca di razionalizzare ad alta voce, improvvisamente esce fuori il lato emotivo. Il verso che fa, per Ruffini è il valore aggiunto perché la donna avrebbe trovato il tormentone. Ad ogni modo, la ritengono tutti molto brava.
Enrico Paris è un Adamo che racconta la sua creazione e quella della donna, che prima non parlava e poi, quando ha iniziato, non ha più smesso. Il ragazzo non convince fino in fondo, ma riesce a passare grazie a Ruffini e Abatantuono.
Chiara Rivoli parla del suo rapporto con il computer e le password, spesso ricorrendo a un parallelo tra computer e uomini. Per Abatantuono il pezzo non funziona, mentre per la Lucarelli il testo va ma avrebbe fatto ridere se affidato a una comica di talento. Ruffini chiarisce che la Rivoli ha già avuto apparizioni televisive ed è più brava, perché la conosce bene. Va al giudizio finale.
Marco Rudel viene fermato da Ruffini e Lucarelli: era la prima volta che portava il suo personaggio del tifoso romano in scena. Al termine dell’esibizione si scopre che invece, le sue risposte alle domande sono divertentissime: dato che si promuove come filmmaker ma ha solo 25 iscritti su YouTube, Facchinetti gli suggerisce (seriamente) di pensare al personaggio dello youtuber fallito.
Dondarini e Dal Fiume vengono fragorosamente applauditi dal pubblico, che apprezza le loro reciproche punzecchiature e battute basate sul senso letterale delle parole. Si all’unanimità.
La coppia chiude la prima manche: la giuria procede alle votazioni.
Francesca Di Cataldo apre la seconda manche: è posseduta da un demone, Facebook. Il personaggio portato in scena è quello della pazza da manicomio, terrorizzata dall’idea che qualcuno pubblichi una sua foto dei tempi delle medie. Si concorde della giuria.
Entra Cristiano Mori. Si presenta come “Cristiano eterosessuale non praticante”, per poi passare alle donne che sono come i quiz televisivi: “se non sai la risposta, non vai avanti”. Ruffini dice si per dargli una possibilità, e Facchinetti aggiunge il proprio consenso per non negargliela.
Roby Cupido viene fermato da Abatantuono e Ruffini: il suo gioco a “imprevisto o probabilità” non piace abbastanza. No per lui.
Luca Terrazzano racconta storie ridicole da cui poi si discolpa chiarendo “non sono mie”. Gli dicono tutti no, perché l’esibizione si manteneva su un livello mediocre: “O ci credi davvero, oppure fai davvero schifo”, spiega Abatantuono.
Maurizio Di Marco è abruzzese: “La mafia è un male di tutta Italia, ma nasce in Abruzzo. Quando la nonna a Natale ti allunga cento euro e ti dice di stare zitto”. Umorismo regionale ma non autoreferenziale, sintetizza Ruffini. Per Abatantuono c’è tanto da lavorare, mentre la Lucarelli lo riconosce come “stalker”: su Facebook infatti, Di Marco la inonda di messaggi privati. Passa.
Tocca al Trio Krafen. Vengono fermati perché non è troppo chiara la dinamica: il testo non è sufficiente, e sono più teatrali che comici. Vanno però al giudizio finale grazie al si di Facchinetti.
Il prossimo è Nino Taranto, che porta un monologo sulle differenze tra uomini e donne. Copione già sentito e pieno di stereotipi comici: attese infinite al primo appuntamento, l’abbrutimento estetico dopo il matrimonio. Essendo un professionista di lungo corso, il mestiere è notevole: conquista tre si.
Serena Maratea fa delle previsioni del tempo particolari: a Siffredi che le chiede il tempo, risponde che il meteo in Ungheria sarà “lungo, duro e farà mettere tutti in ginocchio”. Purtroppo per lei, a differenza del fisico che fa sghignazzare i maschi in giuria, il giudizio sul pezzo non riscuote altrettanto successo: tre no.
Massimo Pica pensa che un film possa essere riassunto in tre righe. E procede riducendo a modo suo le trame di alcune pellicole, senza necessariamente voler cercare la risata a tutti i costi. La giuria lo trova piacevole; accede al giudizio finale.
Rino Ceronte con Cristina e Clizia sono gli italiani medi: una delle due ragazze pone una serie di domande, a cui gli altri due rispondono. Riguardo “cosa guardi quando fai l’amore?”, lei dice “gli occhi” e lui “la nuca”. Tre si.
Il trio chiude la seconda manche della puntata. Ora che tutti i comici si sono esibiti, si passa alle votazioni.
Ecco dunque la cinquina finalista della puntata, dal primo a scendere: Dondarini e Dal Fiume, Francesca Di Cataldo, Rino Ceronte con Cristina e Clizia, Spicu, Nino Taranto. Facchinetti ripesca Roberto De Marchi.
La puntata si conclude qui, appuntamento a giovedì prossimo.
mi chiamo Pica