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Il conduttore inizia spiegando il funzionamento dello show: del resto, a quanto ci risulta, questa è stata la prima puntata registrata. Quando entra il quarto giudice, Cirilli entra nel dettaglio nell’illustrargli il proprio ruolo: non può sosoendere la performance, ma può essere decisivo per far superare il turno ai concorrenti e, infine, ne potrà ripescare uno.
Si comincia con un duo: Hermes e Titina. Giocano sugli stereotipi delle coppie: buona l’interazione. Non a caso, Abatantuono ne sottolinea subito il ritmo. Passano.
Si prosegue con Eva Benedetti, che propone uno sketch sui negozi gestiti da cinesi. Mette in scena un dialogo con un negoziante a cui chiede un pelapatate. C’è molto mestiere, e anche se le battute sono deboli, passa. La Lucarelli aveva bloccato l’esibizione.
Il prossimo è Antonio Romeo. Si presenta come Antonio Corso, autista dell’Atac: mentre guidava, dice, una ragazza ha avvisato la madre di essere incinta. Però senza sapere di chi: la gente è talmente tanta, che non riusciva a girarsi.
Per Abatantuono si tratta di un insieme di barzellette unite tra loro: manca il racconto. Passa comunque.
Massimiliano Sirico è un mimo vestito da supereroe: il suo movimento diviene commento alle parole fuoricampo. Il ragazzo si distingue da quanto i giudici hanno visto finora: è per tutti si.
Ruffini ride di gusto con Flavio Furian, che impersona una sorta di direttore di casinò. Le sue battute su divaricatore per gambe e l’associazione bottiglia-Cicciolina spingono la Lucarelli a premere il pulsante per fermare l’esibizione. Ne nasce un dibattito sulla volgarità: Ruffini e Abatantuono tengono il comico in gara.
Gli Alti&Bassi inscenano uno sketch imitando Luca Giurato e Al Bano. A margine, Giurato somiglia a Maroni. Non ce la fanno. Da sottolineare che finora Boldi non ha proferito parola.
Efisio Sergi porta in scena un santone: Abatantuono e Ruffini lo stoppano. Per la Lucarelli invece, ci sono delle potenzialità: ha bisogno però di un autore, perché il testo “fa schifo”. Ce la fa.
Prima della pubblicità, clip di Dario Fo. Dopo il break, si riparte con la coppia Ceccovecchi e Storti, che improvvisano sul momento. Chiedono una parola ai giudici e un luogo a Boldi, per poi costruire il pezzo all’istante; in più, lo fanno in rima. Passano il turno.
Mauro Tarantini racconta del suo matrimonio con Immacolata, cattolica illibata come gli aveva raccomandato la mamma: ricicla la battuta cliché della prima notte di nozze in cui, appena nudi, si scopre che “lei ce l’aveva più lungo del mio”. Lucarelli e Abatantuono dicono si.
Antonio Esposito mima i segni zodiacali. Boldi gli suggerisce di tenere presente il suo personaggio, ma ripensandosi come clown per bambini. La prima manche si conclude con lui, che però termina la sua partecipazione nel programma.
I comici che hanno superato il turno entrano in scena: la giuria ha 30 secondi per votare. Questa sera comunque, la tensione tra Lucarelli e Ruffini è ad alti livelli: i due non fanno che battibeccare. Lei gli dà del volgare; lui le risponde che lo reputa un complimento, in quanto il termine deriva da “vulgus”, cioè popolo. E la Lucarelli, come se invece sparare a zero su Ruffini non fosse pure altrettanto scontato, lo “accusa” di demagogia.
Ad ogni modo, questa è la classifica delle prima manche, partendo dal quinto posto a salire: Mauro Tarantini, Flavio Furian, Max Sirico, Hermes e Titina, Ceccovecchi e Storti. A differenza delle puntate precedenti, non abbiamo visto i tre giudici assegnare i propri voti a ciascun concorrente.
La seconda manche viene aperta da Valeria Calabrò, vestita da danzatrice del ventre. Per la Lucarelli manca tutto, dalla presenza scenica ai testi. Tre no.
Yurji Mascherpa sorprende con la pazzia del suo personaggio: fa ridere anche se non si capisce dove vada a parare. Passa.
Luca Anselmi è un monologhista: racconta come ha cercato di abbordare una ragazza brasiliana, riuscendoci alla fine con una richiesta spietatamente diretta. Chiaramente per lui tre minuti sono pochi: ha bisogno di maggior tempo per essere più efficace. Ottiene comunque il consenso per andare avanti.
Viola e Francesca invece, vengono stoppate all’unanimità.
Chitarra in spalla, Marco Levi si esibisce con una breve canzone sul sesso. Accede al turno successivo.
Dopo una vita da mimo in silenzio, Luca Razzini ha deciso di dire tutto: punta sui giochi di parola. Più che comico, il suo esperimento viene giudicato da teatro off. Tre no. La telecamera lo inquadra nel dietro le quinte, piuttosto arrabbiato per il responso.
Filippo e Attilio ricordano Fazio e Saviano in Vieni via con me: leggio davanti, si scambiano battute. Abatantuono augura loro di crescere perché la formula è già vista e le battute già sentite. Tre no.
Vito Carrer ripropone il cliché delle donne alle prese con i saldi: nonostante questo, prende tre si.
Ultima in scaletta, Clara Campi. La comica porta un pezzo sulla sessualità da un punto di vista femminile. Appena però accenna al fatto di avere la condanna di saper fare bene sesso orale, il pubblico inizia a fischiare.
La Lucarelli loda il coraggio, perché è riuscita a parlare di un simile argomento senza essere volgare. Per Boldi, che viene da anni di cinepanettoni e scorregge, la Campi ha tentato una “scorciatoia” per attirare l’attenzione. Ne nasce una diatriba tra la Lucarelli e Ruffini, che adesso rinfaccia alla collega di aver tacciato chunque di volgarità. Comunque la ragazza passa, perché anche Abatantuono la sostiene.
Terminata la seconda manche, si passa ai voti. Anche questa volta però, non ce ne viene mostrata l’assegnazione. Ecco dunque i nomi dei comici che vanno alla semifinale: dal quinto posto a salire, Marco Levi, Yurij Mascherpa, Massimiliano Sirico, Hermes e Titina, Ceccovecchi e Storti. Massimo Boldi ripesca Filippo e Attilio.
La puntata si conclude qui, con diversi minuti di anticipo rispetto a quella di giovedì scorso.