Safiria Leccese anticipa i temi della puntata: attese le ultime sul caso dei veggenti di Medjugorje su cui dovrebbe esprimersi a giorni il Vaticano, intervista esclusiva a Monsignor Charamsa, che ha fatto outing dichiarando di avere un compagno.
La storia dei veggenti di Medjugorje è lunga 34 anni, dal 1981, quando alcuni giovani del posto dissero di aver avuto delle visioni della Madonna. La Chiesa potrebbe, alla fine del Sinodo sulla famiglia, pubblicare un documento nel quale dare il suo parere definitivo sulla vicenda, ricostruita tramite un servizio.
Ecco la prima testimonianza della serata, fornita da una donna, Anita Barberio, accompagnata dalla sua bambina affetta, sin da prima di nascere, da patologie gravissime che le avrebbero impedito di camminare e di sviluppare l’attività cerebrale. Nonostante l’invito dei medici a praticare l’aborto terapeutico, la donna ha deciso di proseguire la gravidanza ed affidarsi alla Madonna di Medjugorje a cui era molto devota. Dopo il parto, pian piano la bambina è guarita. Safiria Leccese è brava nel mettere a suo agio la donna, con tutto il tatto necessario per affrontare interviste del genere.
In collegamento da Medjugorje l’inviata Alessandra Borgia, che intervista Suor Emmanuel, amica dei veggenti, svelando alcuni particolari della loro amicizia. L’attenzione si sposta proprio sui sei veggenti, di cui si ricostruisce la vita, passata e presente, attraverso un servizio composto anche da alcune loro dichiarazioni.
Comincia il dibattito. Ignazio Ingrao predica prudenza. Alessandro Cecchi Paone, che ha conosciuto i veggenti, li definisce “del tutto inattendibili” senza appello. Paolo Brosio, devotissimo alla Madonna di Medjugorje, non può che essere contrario ed infatti i due cominciano a discutere animatamente. Il giornalista torinese rivela di aver assistito personalmente ad un’inspiegabile guarigione di una ragazza.
In un servizio Alessandra Borgia descrive la giornata del 2 ottobre, in cui è attesa l’apparizione della Madonna alla veggente Mirjana sulla Croce Blu. Tantissimi i fedeli. Potrebbe essere l’ultima comparsa della Vergine davanti alla donna. Le telecamere mostrano la veggente nel momento dell’estasi. Il presunto messaggio mariano viene poi rivelato dopo in molteplici lingue.
Riprende la discussione: Cecchi Paone è sempre più critico. Vedendo le immagini, dice: “Questa è idolatria pura!“. Brosio con vigore controbatte e gli animi si scaldano. La conduttrice interviene per calmare i due opinionisti. Finalmente interviene Don Davide Banzato che cerca di ricondurre tutti alla prudenza.
Uno dei punti di forza del programma è la testimonianza esclusiva di un protagonista dell’evento: ecco l’intervista a Milka, sorella di una delle attuali veggenti. Anche lei vide la Vergine, ma per una sola volta, il 24 giugno 1981. Descrive il fenomeno, durato circa 20 minuti. “Per me era solo una signora“, dice. Il talk in studio prosegue fra gli ospiti, che restano sulle loro posizioni.
La parola passa alla scienza. Molti sono i medici che hanno visitato i veggenti per sottoporli a delle visite (test neurologici, oculari) per capire se soffrissero di particolari patologie. Anche un’equipe italiana li ha visitati: un medico afferma che durante il momento dell’estasi, essi non ascoltavano nè sentivano nulla. Sono stati sottoposti anche ad ipnosi. Gli ultimi esami, risalenti a 10 anni fa, confermano che nell’estasi i veggenti sono impermeabili a qualsiasi stimolo esterno, come se vivessero in un’altra realtà.
Interviene per la prima volta il professor Luigi Garlaschelli. Il docente rivela che sono stati pubblicati libri che dimostrano come molti test svolti sui veggenti non siano adeguati nella loro struttura. Un altro documento esclusivo mostra le risposte dei veggenti alle domande dei medici dell’equipe italiana che li visitò nel 1998 in merito alle loro apparizioni.
Un filmato svela l’incontro tra Cecchi Paone e la veggente Vicka. Poi il giornalista aggiunge perentorio:”Non rispetto chi strumentalizza, questi sono imbroglioni!” Giustamente Safiria Leccese lo riconduce all’ordine perché i toni sono un po’ troppo alti. La conduttrice ribadisce: “Dobbiamo avere rispetto per le opinioni di tutti“. Il blocco, troppo lungo, termina lasciando aperta la domanda: “Prodigio o illusione”? Se ne riparlerà sicuramente nelle prossime puntate. La seconda parte della trasmissioe comincia con l’intervista ad Alfonso Signorini.
La conduttrice non ha voluto svelare l’identità dell’intervistato fino all’ultimo, peccato però che sull’account ufficiale Facebook la notizia era già stata rivelata in mattinata.
L’intervista, molto informale, rivela alcuni aspetti particolari della vita del giornalista. Devoto a Padre Pio, ha conosciuto la mistica Natuzza Evolo in un momento difficile della sua vita. Va spesso a Lourdes, il suo “luogo del cuore“. Poi la malattia, combattuta anche grazie alla sua fede profonda. “Dio mi ha accarezzato in quel periodo di sofferenza. Ho sentito dentro di me una forza improvvisa che mi ha permesso di scalare questa montagna così dura“, dice commosso. Signorini afferma di avere un angelo custode, una voce che lo aiuta e ascolta in alcuni momenti della giornata e che, a suo dire, gli rivela notizie relative ad altre persone.
Arriva il momento più atteso: l’intervista esclusiva a Monsignor Charamsa, che un giorno prima del Sinodo sulla famiglia ha svelato di essere omosessuale e di avere un compagno. In collegamento Monsignor D’Ercole, vescovo di Ascoli Piceno, già intervenuto in alcune puntate della scorsa edizione. “La mia prima reazione dopo il suo coming-out? Ho pregato innanzitutto per lui. Ritengo che abbia scelto il momento sbagliato per una dichiarazione del genere“, afferma.
Il religioso ha capito di essere attratto dagli uomini sin dalla giovinezza, ma ha dovuto anche soffocare questo suo orientamento sessuale. Ciò ha provocato molta sofferenza in tutta la sua vita, “una croce da dover portare per l’intera esistenza“. Dice di aver incontrato numerosi preti omosessuali, dai quali ha imparato molto. Dalle sue parole sembra felice e libero. “Quest’uomo ha realizzato un disegno divino, è chiaro che però c’è un problema canonico e disciplinare“, commenta Cecchi Paone.
“Siate liberi, non vale la pena di nasconderci nell’armadio per tutta la vita” è l’appello di Charamsa al mondo gay. “La Chiesa non può continuare a distruggerci la vita“, afferma. Interviene anche Signorini: il giornalista non condivide in toto quanto detto dal religioso: “Visto il suo orientamento sessuale, doveva pensarci bene prima di intraprendere il percorso sacerdotale, che prevede delle regole molto precise da rispettare“. Opinione assolutamente condivisibile.
Paolo Brosio è contro la decisione di Charamsa di abbandonare la Chiesa dopo il coming-out: “Avrebbe fatto meglio, anche per la comunità omosessuale, a restare nella Chiesa per una questione di rispetto“. Ne nasce un nuovo battibecco tra lui e Cecchi Paone, che non condivide affato le sue opinioni. Safiria Leccese in modo secco li blocca, dimostrando di controllare con autorevolezza anche questi momenti “caldi” della trasmissione. Don Banzato definisce “irresponsabile” quanto fatto da Charamsa, soprattutto perchè accaduto nell’imminenza del Sinodo.
Le telecamere del programma ci mostrano una struttura del Torinese nel quale vengono ospitati alcuni sacerdoti con dei disagi, psichici o di natura sessuale. Si scopre che il centro è dedicato soltanto agli uomini di Chiesa, segnalati dai Vescovi. Pare che questi posti siano diffusi in Italia: qui i preti omosessuali verrebbero sottoposti a delle “cure” per poi, una volta “guariti”, ritornare in parrocchia. In alternativa, andrebbero in convento. Un ex sacerdote, Mario Bonfanti, ha quasi vissuto una situazione del genere e la Leccese lo intervista.
Bonfanti racconta la sua esperienza. “Il vescovo sapeva che era gay e ha deciso comunque di ordinarmi prete, poi con l’arrivo del nuovo vescovo mi è stato chiesto di andare in un centro di recupero a Trento“. L’uomo racconta anche di aver subito “atti di mobbing” durante il periodo seminariale, nel quale gli veniva riferito che c’erano in giro delle foto che lo ritraevano in situazioni promiscue, immagini rivelatesi poi inesistenti.
D’Ercole precisa:”L’omosessualità non si cura perchè non è una malattia, piuttosto questi centri possono aiutare questi sacerdoti a riconquistare la fede e la vicinanza a Dio“. E chiede: “Perchè si è fatto prete?” Bonfanti: “Sentivo una forte vocazione dentro di me e non potevo rinunciarci. Pensavo, visto che al momento non avevo un compagno, di poter far convivere questo orientamento con il mio ruolo. Poi mi sono scontrato con gli eventi della vita, che mi hanno fatto capire che era tutta un’illusione. Quindi ho scelto di cambiare Chiesa, ora sono nella Metropolitan Community Church, dove faccio il prete e posso avere anche relazioni sessuali”, risponde.
Un altro contributo importante è l’intervista a Tony Adams, ex cerimoniere in Vaticano. Dice che molti sono i gay nell’ambito ecclesiastico, ma si cerca di non parlarne. Tra le altre cose, confida che molti sacerdoti hanno delle relazioni omosessuali anche per motivi di carriera politica. Lui stesso ha ammesso di aver intrecciato relazioni gay per opportunismo e per scalare posizioni di potere. Attualmente l’uomo è sposato dopo aver abbandonato l’abito da sacerdote.
Chiusura con l’ultimo stralcio dell’intervista a Charamsa: “Non temo la scomunica, io sono fedelissimo al celibato, non ho mai toccato una donna!” Non stentiamo a crederci, affermazione inopportuna come Cecchi Paone sottolinea: “Poteva risparmiarsi questa battuta orribile!” La trasmissione si chiude qui, sull’argomento sicuramente si tornerà nei prossimi appuntamenti.
La prima puntata di questa edizione conferma a grandi linee quanto già visto nel corso della prima edizione.
Ciò che rende La strada dei miracoli un programma qualitativamente all’altezza sono i contenuti (tanti) proposti e le interviste ai protagonisti degli eventi raccontati. Molto interessante il dibattito creato in studio, grazie ad un’intelligente composizione del gruppo di opinionisti. Un po’ troppo fuori le righe Brosio e Cecchi Paone questa sera, una rigorosa Safiria Leccese però ha saputo riportarli all’ordine a volte anche con fermezza, dimostrando di avere sempre saldo il controllo del programma, anche nei momenti più convulsi.
Peccato per una cosa, però: i social dove sono? Durante la puntata, gli hashtag che gli utenti di Twitter o Facebook potevano utilizzare per mettersi in contatto con il programma sono stati mostrati solo con dei sottopancia.
Per avvicinare ancor di più il pubblico alle tematiche trattate, sarebbe stato meglio creare una serie di piccoli spazi all’interno della trasmissione, durante i quali leggere i commenti dal mondo del web. Il programma sarebbe stato realmente interattivo. Ci auguriamo che dalla settimana prossima qualcosa cambi in tal senso, affinché la trasmissione sfrutti appieno le sue potenzialità anche in rete.
Il prossimo appuntamento con La strada dei miracoli è per martedì 21 ottobre alle 21.10 su Rete 4.