Il reportage realizzato da Giletti inizia proprio a un chilometro di distanza dalla linea del fronte: in lontananza, la telecamera intravede già un guerrigliero dell’Isis. L’automezzo su cui viaggia il conduttore è stato colpito più volte nei giorni scorsi, tanto che su un vetro è ben visibile il foro di una pallottola.
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Documentando la situazione dal suo punto più caldo, si può spiegare meglio l’ondata di profughi che sta arrivando in Italia. Dopo le prime immagini, è con queste parole che Giletti apre la puntata di Aspettando L’Arena, che riprenderà poi alle 17.50 dopo aver passato la linea alla messa di Papa Francesco da Cuba.
In studio il Ministro della Difesa Roberta Pinotti, Vittorio Sgarbi e il giornalista Duilio Giammaria. Più tardi si collegherà anche il direttore de Il Messaggero veneto Tommaso Cerno, che racconterà come Udine sia al collasso, con profughi abbandonati per strada che, tra pochi giorni, patiranno il freddo autunnale.
Tornato al ruolo di inviato con cui ha iniziato la sua carriera, Giletti è entrato in un campo profughi, ha intervistato una parlamentare irachena riguardo gli stupri operati dai miliziani sulle donne curde, ha incontrato un ex combattente dell’ Isis. L’uomo ha raccontato di aver combattuto contro i Peshmerga per tre-quattro mesi e di non essersi arruolato per soldi, ma semplicemente di essersi lasciato convincere da un amico: «Pensavo fosse una buona idea, invece non era così». Alla domanda sui tagliatori di teste però, nega: «Non sapevo che tagliavano teste, io ho solo combattuto: pensavo che la bandiera nera fosse sacra, che bisognasse fare tutto per farla trionfare». Al momento, conferma la Pinotti, sono 83 i “foreign strangers” che sono partiti dall’Italia per entrare nelle fila dell’Isis.
Giammaria nota subito la semplicità di pensiero, mentre Sgarbi sostiene che l’Isis sia peggio di Hitler perché, a differenze del dittatore tedesco, non ha il senso della storia. Il conduttore di Petrolio aggiunge poi che, dalle sue fonti, ha saputo che la Francia sta per mettere in atto i bombardamenti e che è in Afghanistan si è già proceduto a un monitoraggio dei beni archeologi attraverso l’utilizzo di droni.
Naturalmente non si può trascurare una breve disanima della propaganda dei terroristi, osservando il linguaggio cinematografico utilizzato nel video in cui un uomo viene bruciato vivo. Sono state mostrate solo sequenze che anticipano la brutale esecuzione, ma l’impatto è comunque cruento.
Passando dai paracadutisti italiani che stanno addestrando i Peshmerga che fronteggiano gli uomini del califfato, colpiscono infine le parole dell’Arcivescovo di Erbil, punto di riferimento della Chiesa irachena: serve un intervento di terra, unico modo secondo il religioso di estirpare quello che definisce un vero e proprio cancro.
La diretta riprende con alcuni minuti di anticipo rispetto al previsto, prima delle 17.00.
Protagonisti sono Il Volo ed Enrico Brignano: i primi in promozione per il concerto dall’ Arena di Verona che Rai 1 trasmetterà mercoledì, il comico per la sua ultima fatica cinematografica Tutte lo vogliono.
Per quanto riguarda Gianluca Ginoble, Ignazio Boschetto e Pietro Barone, i ragazzi hanno parlato del selfie con Renzi, dichiarandosi costernati dai fan che hanno smesso di seguirli. La politica non è il nostro mondo, hanno precisato, a discolpa di uno scatto insieme al Presidente del Consiglio.
Giletti ha poi ricordato l’apprezzamento nei loro confronti di Placido Domingo, che era stato invitato per la serata di mercoledì. Certa invece la presenza di Lorenzo Fragola; ci sarà inoltre l’anteprima di un nuovo brano, questo dallo stile più pop, scritto da Marc Anthony.
Infine Enrico Brignano, che dopo il monologo a Ballarò e dopo essere stato quarto giurato a Tale e Quale Show, pubblicizza il suo film anche qui.
Approfittando del ruolo interpretato dall’attore romano nella commedia, cioè quello di “generoso partner sessuale”, Giletti approfitta per sapere qual è il suo rapporto con le donne.
Brignano porta la conversazione sui genitori, a cui mai fatto domande sulla sessualità: non si chiedeva, e d’altro canto non erano in grado di spiegare o dare risposte. Semplicemente, dicevano che avrebbe imparato da solo crescendo.
La puntata si chiude ripercorrendo il pezzo di Ballarò su Mafia Capitale. Un’ospitata che, comunque, nonostante parole di amore per la propria città, era in funzione promozionale.
«Non amano la città, amano solo la propria poltrona, e questo porta una città ingestibile come Roma ad esserlo ancora di più», commenta lapidario in studio Brignano riferendosi ai vertici politici. E sul discusso funerale di Vittorio Casamonica: «I Casamonica usano fare i funerali così, non è una novità: siamo noi che non sappiamo».