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Rai 1 propone questa sera, in replica, La piramide di fango che fa parte del ciclo Il Commissario Montalbano.
Il commissario Montalbano La piramide di fango – regia, protagonisti, dove è girato
La regia è di Alberto Sironi. I telespettatori ritrovano Luca Zingaretti nel ruolo del poliziotto di Vigata, Catarella (Angelo Russo), Mimì Augello (Cesare Bocci). Presente naturalmente anche Fazio (Peppino Mazzotta) il collaboratore che anticipa gli ordini del suo capo.
Le riprese si sono svolte in Italia, in particolare nel ragusano, a Porto Empedocle e nei dintorni. Qui è stata ricostruita Vigata. Mentre il capoluogo Montelusa è stato ricostruito ad Agrigento. Inoltre, il palazzo del commissariato di Vigata è il municipio di Scicli e la stanza del questore Luca Bonetti Alderighi è l’ufficio del sindaco di Scicli.
La produzione è della Palomar che ha realizzato tutti i tv movie della serie Il Commissario Montalbano.
Il commissario Montalbano La piramide di fango – trama del film in onda su Rai 1
Il film tv inizia con l’immagine di un uomo che corre disperatamente in bicicletta come se avesse fretta di arrivare in un posto: è gravemente ferito e si trova senza pantaloni, solo in canottiera e mutande.
L’uomo entra in un cantiere e si nasconde in una grossa tubatura della condotta idrica in costruzione. Qui viene trovato cadavere, la mattina seguente.
Montalbano intuisce subito lo scenario del delitto: l’uomo è stato sorpreso nella notte, colpito con un’arma da fuoco che non lo ha fatto morire subito. Perciò ha cercato di scappare con la bicicletta e di nascondersi: ma la ferita era troppo grave ed è morto. Quindi doveva vivere nelle vicinanze del cantiere.
Il morto è un certo Gerlando Nicotra, contabile dell’impresa edile di quel cantiere dove è morto. Viveva con la moglie tedesca, Inge, una bellissima donna che, però, sembra essere sparita. Di lei non c’è più nessuna traccia.
Inoltre in casa dei coniugi vengono trovate tracce della presenza di un’altra persona, un uomo sconosciuto, forse anziano che non ha lasciato alcuna impronta da nessuna parte. Quindi indossava dei guanti e certamente era una persona schedata.
Nell’appartamento ci sono anche delle pistole. Il caso si complica quando viene denunciato il tentato omicidio subìto da Saverio Piscopo, un muratore che aveva raccontato alla giornalista del quotidiano locale, Lucia Gambardella alcune irregolarità commesse dall’impresa presso cui lavorava.
La Gambardella sta preparando un ampio reportage sugli appalti truccati a Vigata e sul connubio tra politica e criminalità nel settore dell’edilizia. Montalbano capisce che potrebbe essere in pericolo. Intanto il commissario riesce a salvare il muratore da un nuovo tentato omicidio.
Il finale del film
Salvo Montalbano percorre la strada giusta: il giro di corruzione e malaffare riguarda varie imprese edili della provincia nel quale la mafia ha un ruolo importante. Per coprire tutto il vasto apparato di contatti tra politica e criminalità inizia una serie di depistaggi.
Innanzitutto si cerca di accreditare la tesi che Gerlando Nicotra avrebbe trovato la moglie con un amante. Preso da una furiosa gelosia, avrebbe tentato di ucciderlo, ma l’amante, durante la colluttazione avrebbe sparato a Gerlando.
Montalbano non cade nel tranello e smaschera una delle più imponenti catene di corruzione e malaffare presenti a Vigata.