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Alle 21 si inizia con “Borsellino”.
Il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti ricorda l’impegno e l’eredità ricevuta dal giudice Paolo Borsellino e l’importanza del metodo investigativo del pool antimafia.
Dice il Procuratore: “E’ importante ricordare costantemente l’insegnamento che ci hanno lasciato Falcone e Borsellino, di professionalità, di attaccamento a l dovere, di generosità e altruismo, di dignità. Di tutto ciò che fa la vita degna di essere vissuta”.
I frammenti delle interviste che Borsellino ha rilasciato tra il ’90 e il ’92, custoditi nelle teche Rai, raccontano l’amicizia e la collaborazione tra Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, la lucida analisi dei rapporti tra mafia e territorio e l’approccio sistemico al fenomeno mafioso da parte del pool antimafia.
Alle 22.00 la puntata di Diario civile ha per titolo “Vite contro la mafia”
Franco Roberti apre la puntata di Diario Civile con un omaggio alla memoria di Falcone e Borsellino, uccisi dalla mafia ma – ricorda il Procuratore Nazionale Antimafia – “l’offensiva della criminalità organizzata nei confronti dello Stato ha radici lontane”
Alle 23.00 Eco Della Storia continua ad occuparsi di mafia.
Si può battere la criminalità organizzata senza incidere a fondo nel legame del suo business, nell’economia che la nutre e che le permette di arruolare sempre nuove forze e gestire nuovi affari? A Eco della Storia Gianni Riotta ne parla con Franco Roberti, Procuratore Nazionale Antimafia e Claudio Clemente, Direttore dell’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia.
“Il riciclaggio è l’essenza della criminalità organizzata – commenta il Procuratore Franco Roberti –in Italia è pari al 10% del PIL, l’equivalente di 118 miliardi di euro. Le organizzazioni criminali riciclano e investono i profitti illeciti nei settori più disparati, nel commercio, nell’edilizia, negli appalti pubblici, nel gioco d’azzardo; una parte dei proventi vengono reimmessi nel mercato illegale per nuovi acquisti, una parte viene reinvestita nell’economia reale. E in un momento di crisi economica – sottolinea – in cui gli imprenditori onesti hanno difficoltà di accesso al credito, la tentazione di rivolgersi al credito mafioso piuttosto che affogare è molto forte. Negli ultimi due anni le denunce per usura sono aumentate del 150% rispetto ai due anni precedenti, questo significa che