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Uno staff tanto affiatato e convinto, quanto lo sono i giovanissimi protagonisti dei “Braccialetti rossi 2”. Dunque, ci siamo. Ma questa sarà una fiction diversa. Gli attori adolescenti non professionisti sono quelli, ma sono cresciuti. La scrittura videografica anche è quella, scorrevole, gradevole, soprattutto quando si diffonde su una distesa di mare azzurro e calmo, talora spalancato su lontani tramonti infuocati, che fa da sfondo agli eventi o li conclude.
E in questo film – tuttora su ragazzi ricoverati in ospedale, con patologie il più delle volte mortali, sopportati grazie a solidi (incredibile!) contatti umani fra malati e medici guadagnati alla causa – quella distesa di azzurro sembra suggerire ogni volta che la vita prosegue, e che essa del mare ha l’infinitezza e la perennità, così come diceva Mimì morente nella “Bohème” pucciniana.
Il mare, la luce, la vita vanno al di là della morte, quella del loro compagno d’ospedale Davide, che non ce l’ha fatta perché il male se lo è mangiato, ma che ora miracolosamente ricompare (è il giovanissimo Mirko Trovato) visibile solo a Toni, ma che tutti seguitano a sentire presente fra loro, dedicandogli feste, incontri, discorsi di gruppo.
Ma i ragazzi sono cambiati. Hanno tutti i loro capelli naturali e abbondanti, ormai ricresciuti: e se c’è qualcuno che, dimesso e quasi guarito pur senza una gamba, non torna in Ospedale nemmeno per salutare (è Vale, Brando Pacitto), c’è poi chi – per guadagnare un po’ di soldini e aiutare un altro malato in famiglia – rientra in ospedale e fa il portantino o il semi-infermiere (è Toni, Pio Piscicelli).
Soprattutto c’è il leader del gruppo dei Braccialetti rossi,Leo (Carmine Buschini ), con la sua forte personalità, e la preziosa e rassicurante vicinanza di Cris (Aurora Ruffino), la sua ragazza, entrambi pronti ad aiutare chi sta peggio di loro, come Nina (Denise Tantucci), l’ultima arrivata con un cancro del sangue, scontrosa e aggressiva. L’eroica dottoressa Lisandri (attrice Carlotta Natoli), per cercare di avvicinarla, fa ricorso proprio a lui, a Leo.
E’ questa la novità più importante: l’arrivo in corsia di Nina molto bella, che dimostra ben presto di essere più matura degli anni suoi, soprattutto di volere senza scrupoli quel che è di altri, di scavalcare chi sembra farle ombra nei riguardi di Leo, come la sincera e innamorata Criis. Non abbiamo più dinanzi una ragazza, ma un’adulta alle prese con la vita, all’inizio e in apparenza spregiudicata, combattiva ed egoista.
Ed il male di Leo ricompare terribile e minaccioso, creando nuovi equilibri fra i Braccialetti rossi. E’ il nuovo mondo della serie, oltre ad una inattesa componente onirica, la presenza immateriale di Davide che solo Toni vede e sente (anche gli altri comunque lo ‘sentono’, lo percepiscono), e alle immagini di luminosi ectoplasmi, creature angeliche che nascono dai sogni o dal coma di nuovi ricoverati come Bea (Angela Curri), che ha perso coscienza dopo un incidente col motorino (sarà Rocco, Lorenzo Guidi, a stabilire un impossibile rapporto con lei).
Sono anche fioriti nuovi personaggi in questa seconda fiction, come il ciccione filippino – ma più romanaccio dei romanacci – Chicco (Daniel Lorenz Alvar Tenorio), colui che ha provocato l’incidente che ha spedito in coma Bea, una figura simpaticissima che tiene alto il livello della comicità della fiction: sarà presto proprio lui il più vicino alla piccola Flam, ricoverata per riacquistare (forse) la vista.
Una nota di merito vada agli attori professionisti, che anche in ruoli brevissimi o angolati – Nora la mamma di Vale (Simonetta Solder), il padre di Bea (Riccardo Lombardo) – hanno conferito intensità espressiva al loro personaggio. Indubbiamente non manca anche in questa fiction il buonismo, che sembra essere un male comune a tutte le serie televisive italiane, esclusa forse solo “Gomorra”.