Ad uno sguardo superficiale il prodotto verrebbe liquidato come la solita telenovela destinata ad un pubblico di cultura medio bassa. Ma dinanzi ad un incremento quasi quotidiano degli ascolti e all’entusiasmo del pubblico verso gli attori, bisogna fare un’analisi più approfondita. Il segreto, insomma, la cui avventura è iniziata quasi per caso lo scorso giugno, sta diventando un piccolo fenomeno, paragonabile alle prime telenovelas sud americane che arrivarono in Italia più di trent’anni fa.
Il primo motivo del gradimento è da ricercarsi sicuramente nell’epoca in cui la storia è ambientata: la fine dell’Ottocento. Una storia in costume accende sempre la fantasia del pubblico perchè rimanda ad una realtà molto distante dalla attuale. E, in questo particolare momento storico, evadere dal presente significa costruirsi un’alternativa per sopravvivere. Inoltre il racconto procede come una sorta di intrattenimento nel quale sono astutamente mescolati tutti gli ingredienti della telenovelas: amori, intrighi, misteri, drammi personali. Ma anche questi ultimi sono presentati quasi con leggerezza semza toni esasperati e tragici: tutto fa pensare che alla fine le situazioni anche più intricate si risolveranno positivamente. Poi c’è il cast che recita in un’atmosfera di coralità finalizzata a fare della storia un evento di tutti, non un fatto personale. A conquistare l’immaginario del pubblico sono i protagonisti Pepa Aguirre (l’attrice Megan Montaner) e Tristan Montenegro (Alex Gadea): personaggi che sono divenuti famosissimi anche in Italia, al centro di discussioni in programmi come Verissimo.
Tra gli altri personaggi di un certo rilievo ci sono Angustias (Sara Ballesteros) Francisca (Maria Bouzas) Don Raimundo (Ramon Ibarra) che concorrono in modo corale allo sviluppo della trama e degli intrecci. Non solo, ma contrariamente a quanto accade in altre telenovelas e soap opera caratterizzate dallo scorrere lento degli eventi, ne Il Segreto i colpi di scena si succedono a ripetizione in un’atmosfera che non è mai lugubre o troppo violenta, anche se le morti drammatiche ci sono. Ma sangue non se ne vede. La morte, insomma non viene sbattuta in primo piano. Come anche l’erotismo non è mai evidente, è come se covasse sotto la cenere muovendo di nascosto, le fila della sceneggiatura.
Insomma la grande furbizia degli autori e degli sceneggiatori è riuscita a fare di una banalissima soap opera un prodotto che incuriosisce ogni giono due milioni e mezzo di spettatori e crea un effetto dipendenza. E non ci meraviglieremmo se anche un target più elevato di pubblico fosse già caduto nella trappola de Il segreto. La verità è che ogni strato sociale ha bisogno di evadere. Farlo attraverso una telenovela è come tornare indietro nel tempo e riappropriarsi delle fiabe della propria infanzia.
Le puntate della prima stagione de Il segreto sono 381, quelle della seconda, ancora indedita in Italia, sono 256. E la terza è certamente dietro l’angolo.