Queste le prime impressioni dopo la visione, venerdì sera su Sky Atlantic HD e Sky Cinema HD, della prima puntata di The Young Pope. Una lettura attenta mette, anzitutto, in evidenza l’efficacia dialettica della sceneggiatura, con dialoghi curati nei dettagli e la scelta, voluta, di insistere sui primi piani dei protagonisti mettendone in evidenza le camaleontiche capacità espressive. Un’ipocrisia di fondo attraversa tutto il racconto ed è finalizzata a evidenziare gli intrighi e le congiure della Curia in maniera fin troppo evidente e, a volte, troppo calcata.
Significativo, a questo riguardo, il dialogo tra Pio XIII e il cardinale Spencer (James Cromwell) che, deluso per la sua mancata elezione, manifesta la sua amoralità dichiarandosi autore di gran parte degli intrighi che si svolgono nel conclave. Un passaggio che vanifica totalmente la classica interpretazione secondo la quale i cardinali, nell’elezione del Pontefice, sono guidati dallo Spirito Santo.
Non siamo certo nella tradizionale agiografia dell’universo cattolico. Anzi la personalità del protagonista Lanny Balardo, assurto al soglio pontificio con il nome di Pio XIII, ne è lontana anni luce. Il Papa, interpretato da Jude Law, è riuscito a rendere compiutamente le intenzioni del regista e sceneggiatore Paolo Sorrentino. La stessa scelta del nome Pio XIII non è casuale: dal racconto, infatti, si evince continuamente, la dicotomia tra passato e presente, fra tradizione e modernità. C’è, insomma un richiamo alla concezione autoritaria e conservatrice di Pio XII, evidenziata anche dalle immagini di Belardo con le braccia aperte mentre guarda il cielo in atteggiamento ieratico. Fanno da contrappunto, e riportano all’attualità, gli atteggiamenti anticonformisti che, indubbiamente, confliggono con le consolidate regole della tradizione ecclesiastica.
Belardo è un papa che fuma e beve Coca Cola dietetica. Ma fumano troppo un po’ tutti, i cardinali e la stessa Suor Mary (Diane Keaton) la religiosa che ha accolto il piccolo Lanny nel suo orfanatrofio e lo ha educato e che Pio XIII ha voluto accanto a lui in Vaticano con pieni poteri. In un periodo di lotta contro il tabagismo, si poteva anche limitare l’esibizione continua della sigaretta intesa come piacere e passione.
Ci è sembrato di cogliere nei tormenti di Papa Pio XIII le incertezze manifestate dal pontefice morettiano che sono state qui esasperate al massimo. Atmosfere di Habemus papam sono individuabili anche nella breve sequenza delle suore che giocano a calcio: evocano la partita dei cardinali nel film di Moretti.
Degna di nota l’ottima interpretazione di Silvio Orlando nel ruolo dello spregiudicato Segretario di Stato Voiello. Un religioso che non nasconde le proprie passioni umane, compresa quella per il calcio.
Fedele la ricostruzione degli ambienti e della stessa facciata della basilica di San Pietro, tanto più che il Vaticano non ha concesso alcun permesso per le riprese nel proprio territorio.
Articolo interessante e critica condivisibile. Mi fa piacere aver individuato durante la visione e Lei me lo conferma, personaggi che sembravano uscire dai dipinti di Goya.
Cordiali saluti.
Paola Simeoni ( ho lavorato per un breve periodo anche io al Giornale d’Italia)
Di tutto quanto è proprio Silvio Orlando che cozza ed è al limite del ridicolo. Forse il pessimo doppiaggio in italiano