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Innanzitutto la trama. Intellettuale di sinistra secondo lo stereotipo del radical chic, a causa di un incidente, Mario perde la memoria. L’uomo non ricorda più chi è, e inizia a sentirsi addosso un’altra identità: quella di comico.
Di giorno borghese, di notte cabarettista della peggior specie, Mario si avventurerà nel sottobosco dei locali romani in una sorta di dottor Jeckyl e mister Hyde in chiave umoristica. La doppia identità sarà l’escamotage che consentirà al protagonista di esibirsi in monologhi sul palco, spesso riguardanti la stessa comicità e il contesto che Mario vedrà pararglisi davanti. Non mancheranno quindi i momenti metacomici e, allo stesso tempo, un elemento “mistery”, dato che il protagonista si sta spacciando per un’altra persona.
Nel cast non ci risulta la presenza delle due sorelle, quantomeno non in alcun ruolo principale. Nel corso delle puntate, ritroveremo invece diversi nomi dell’ambiente comico e cinematografico romano, quali ad esempio Max Paiella, Valerio Aprea, Stefano Fresi.
Le riprese sono iniziate a metà agosto per concludersi a ottobre. Guzzanti ha seguito anche il lavoro in fase di postproduzione.
Dov’è Mario è scritto da Corrado Guzzanti con Mattia Torre, uno degli autori di Boris, prodotto Sky che ha fatto scuola in quanto a serialità italiana. La produzione è Wildside, mentre la regia è di Edoardo Gabbriellini.
Corrado Guzzanti manca dal piccolo schermo dal 2012, quando su Sky Uno andò in onda lo spettacolo Aniene 2, seguito di Aniene, che invece era stato trasmesso nell’anno precedente. Autore di formidabili imitazioni rimaste nell’immaginario collettivo, Guzzanti non torna sulle reti generaliste dal 2002, anno della striscia Il caso Scafroglia, ultimo lavoro per l’azienda di Viale Mazzini dopo la fortunata stagione decennale al fianco di Serena Dandini.
Tra personaggi originali e imitazioni, il comico è noto per la capacità di cogliere l’essenza del personaggio, smitizzandolo dal suo potere senza però farne dimenticare al pubblico l’aspetto esecrabile. Il Rutelli che non conta niente, tanto che quando parla il treno in cui si trova passa sotto le gallerie, è anche quello che chiede a Berlusconi di “ricordarsi degli amici” perché la sinistra ha fatto di tutto per accontentarlo. Così come il suo Tremonti, Ministro dell’ Economia e delle Finanze incapace di una visione di ampio respiro: la critica arriva nel momento in cui lo si mostra capace solo di fare tagli con la calcolatrice alla mano.
In Dov’è Mario però, non ritroveremo nessuna maschera politica: la satira di Guzzanti sarà rivolta altrove. Una scelta forse obbligata, dato che il commento politico è ormai abusato nel panorama televisivo attuale. Stavolta, al centro dell’attenzione, ci saranno gli italiani, più che i loro rappresentanti.