Come descriverebbe il suo personaggio, in tre parole?
Premuroso, un po’ assillante e “di pancia”.
Cos’è che non le piace del “suo” Renato Poggi?
Gli sceneggiatori scrivono le loro storie, che naturalmente non sono solo funzionali al ruolo che il singolo attore deve interpretare, ma al suo personaggio in relazione a tutti gli altri, perchè questa è una soap vera, di gruppo, in cui tutti i protagonisti si equivalgono. Ciò significa che, a volte, anche se si recita una scena che in quel momento può non convincere, bisogna farla perchè probabilmente può essere importante non tanto per la storia del personaggio che si interpreta, ma per quella di un altro.
Cosa riserverà il futuro al suo personaggio?
Sinceramente, non lo so: in realtà non leggo mai i copioni di quello che succederà nel lungo periodo, mi interessa poco farlo. È un mio metodo di lavoro. Faccio come la vita reale: fuori dalla porta non puoi sapere chi incontri, e io adotto questo sistema anche sul set: cerco così di dare un senso di immediatezza al personaggio, come se tutto gli accadesse proprio in quel momento.
Fonte foto: ufficio stampa Un posto al sole
La famiglia Poggi resta sostanzialmente unita, nonostante i rapporti non sempre idilliaci tra Renato e la sua ex moglie, Giulia (Marina Tagliaferri).
Tra i due c’è stata tanta polemica, però penso che la loro vicenda ha rappresentato bene quello che nella vita reale è un matrimonio che non funziona più. Anche se hanno un rapporto non sempre semplice, tuttavia, esso esiste. Questo è un insegnamento per tante coppie che spesso, dopo la fine della loro unione, si odiano e si fanno la guerra per l’affidamento dei figli. Credo che anche se un amore finisce, bisogna cercare di mantenere un rapporto di cordialità tra due persone che si sono volute bene.
“Un posto al sole” vuol dire Napoli: quanto conta la rappresentazione della città nel successo della soap, che dura da 20 anni?
Molto. Ritengo che la soap abbia avuto e continua ad avere un storia così lunga perchè incuriosisce il modo in cui Napoli viene raccontata, sotto tutti i punti di vista. Penso che anche per questo “Un posto al sole” sia un unicum e che sarà difficile ritrovare qualcosa di simile in futuro. Si può dire, immodestamente, che la nostra soap faccia parte della storia della televisione italiana: di questo noi ne andiamo fieri, ma nello stesso tempo ci rendiamo conto che il tempo passa e di questo, un po’, ce ne dispiace.