Come una settimana fa, è Camilleri ad anticipare i temi di puntata. “Si compone di due racconti che gli sceneggiatori hanno intrecciato tra di loro“, spiega. Nel primo i protagonisti sono due anziani attori a fine carriera, il secondo riguarda la scomparsa di una donna, Michela. “Il tono di questa puntata è leggermente diverso dalle altre: si tratta di un’indagine indirizzata nella direzione della complessità dell’animo umano. Montalbano mette da parte le sue qualità di investigatore per valorizzare quelle di uomo che sa capire e comprendere“, specifica.
Scena d’apertura, ancora una volta dal sapore comico: Montalbano deve sposarsi sulla spiaggia con l’amata Livia, ma ad interrompere la cerimonia è Mimì Augello che fa capire di aver avuto un’avventura con la sua donna, facendolo infuriare. Per fortuna era tutto un sogno.
Il commissario ospita a casa sua un ladruncolo del posto, Pasquale, che aveva attirato la sua attenzione lanciando dei sassolini alla sua finestra. In un’irruzione notturna in un palazzo per derubare l’abitazione di un usuraio, scopre che quella affianco ha la porta aperta. Lì abitano due anziani sposato: a spaventarlo è stato l’aver visto che la moglie fosse sul letto come morta, mentre il marito la vegliava con una pistola alla tempia per morire a sua volta. Arrivati insieme sul posto, i due assistono alla scena inversa e il commissario si arrabbia con il suo informatore, spiazzato ovviamente da questa nuova visione.
Si apre l’altro percorso narrativo della puntata: un anziano con un megafono chiede in paese notizie della figlia Michela, che non vede da più di un mese. Montalbano cerca di capirne di più: la ragazza in passato era una prostituta d’alto bordo. Se il padre la cerca con angoscia, la madre invece non vuole più saperne, a causa della sua condotta. Una posizione più equilibrata è quella della sorella minore, Cinzia: la giovane dichiara che Michela si era innamorata di un uomo con cui conviveva, Saverio Moscato, ma questi al suo ritorno da un viaggio di lavoro non l’ha più trovata a casa e di lei si sono perse le tracce.
Della sua scomparsa però non è stata fatta denuncia, nemmeno dal suo compagno perché convinto che la donna sia fuggita con un altro. Saverio è ancora molto toccato dalla sparizione della ragazza, argomento che per lui è molto doloroso.
Fazio indaga sul caso dei due anziani segnalati dal ladruncolo: si scopre che sono due attori che vivono da 15 anni a Vigata dopo una lunga carriera teatrale alle spalle. Tra i personaggi di questa puntata c’è Pietro Sanfilippo, amico di Saverio: l’uomo svela come il suo amico fosse geloso del passato della ragazza. Nel ruolo c’è Alessandro Mario, ex volto di CentoVetrine. Curiosità: anche Michela, la ragazza scomparsa al centro delle vicende della storia, è interpretata da un’attrice che partecipò alla medesima soap: Serena Iansiti.
Montalbano comincia a farsi un’idea: crede che Michela possa essere stata uccisa dal compagno proprio a causa della sua gelosia. Un sentimento che colpisce anche lui dopo aver saputo che la sua fidanzata, Livia, ha ritrovato su un social network un ex compagno dell’università con cui ebbe una storia d’amore di 5 anni. E così, setaccia il web per cercare di saperne di più prendendo il pc di Augello che però dopo poco scopre tutto. Il collega e amico non lo rassicura controllando il profilo dell’uomo e lo invita ad entrarvi di nascosto per saperne di più. Non resta allora che chiede aiuto al buffo Catarella che si mette subito all’opera.
Lungo intermezzo leggero e comico che serve ad alleggerire la storia e ad innestare nel racconto un altro spunto narrativo, stavolta del tutto personale.
Per capire qualcosa in più sulla sparizione di Michela, Montalbano si reca dalla vicina di casa della donna che rivela come una notte vide correre per le scale un uomo con in mano una valigia pesante. La signora, a causa di un po’ di demenza senile, non sembra essere molto attendibile. Fazio intanto scopre che Michela venne violentata 13 anni prima da un mafioso, Magnano. La ragazza lo denunciò e finì in galera, ma a quanto scoperto dal poliziotto il malvivente ne è uscito un mese prima, proprio in prossimità della scomparsa della giovane.
Il passato della ragazza è molto difficile, anche perché i genitori acconsentirono ad un matrimonio riparatore tra lei e Magnano che chiese la sua mano, nonostante la ferma opposizione di Michela che per questo abbandonò il tetto familiare iniziando una vita fatta di brutti giri e prostituzione. L’incontro con il maturo Saverio significò, anche a detta della sorella, l’inizio della rinascita.
La fidanzata del commissario, Livia, è arrivata a Vigata e i due decidono di andare sulla tomba di Pirandello, dove c’è un reading tenuto dai due anziani attori visti ad inizio puntata. Montalbano e la sua fidanzata scambiano due parole con loro per cercare di conoscerli meglio. In commissariato viene convocata la datrice di lavoro del compagno di Michela, che conferma come nei giorni della sparizione della ragazza il suo dipendente fosse effettivamente fuori per impegni professionali.
Il poliziotto ritorna dalla coppia di anziani, i Di Giovanni, riportando la pistola che Fazio aveva preso dalla loro casa per verificare se avesse sparato. Montalbano ha capito che i due stanno facendo le prove generali della loro morte: gli anziani ammettono l’errore e si giustificano rivelando che il loro cuore malandato non gli concederà molto tempo da vivere e così è giusto prepararsi a morire insieme.
Intanto, viene individuato il violentatore di Michela: lavora come pescatore e Montalbano va a fargli qualche domanda al porto, ma l’uomo si dimostra molto poco disponibile al dialogo.
Catarella, che si era assentato dal lavoro, annuncia in una lettera le sue dimissioni. Montalbano capisce che la sua scelta improvvisa è legata all’incarico personale che gli ha affidato. Il poliziotto, che ha visto delle foto tra Livia e il suo ex sul profilo social, viene reintegrato poco dopo quando il commissario lo rassicura dicendogli che gli scatti risalgono a tanti anni prima; oltretutto, l’ex fidanzato di Livia adesso è sacerdote.
Magnano, intanto, il violentatore di Michela, viene trovato ucciso al porto con un colpo di pistola alla schiena. Ecco che ancora una volta il mistero avvolge la trama e la rende più complicata.
A cena con il suo fidanzato, Livia svela che il suo amico ha scoperto che qualcuno è acceduto al suo profilo social: Montalbano ovviamente resta un po’ spiazzato ma riesce a non far scoprire il suo coinvolgimento nella faccenda. Nel frtattempo, un altro omicidio scuote Vigata: è stato ucciso lo strozzino citato da Pasquale a inizio episodio, colpito di schiena da 8 colpi di pistola sulle scale del suo palazzo.
L’uomo viveva nello stesso stabile dei Di Giovanni. Attraverso le testimonianze dei due anziani attori, scopriamo che Michela è stata per anni l’amante dello strozzino assassinato.
Gli omicidi del mafioso e dell’usuraio sono collegati: i due sono stati colpiti dalla stessa pistola, un vecchio modello che Augello sospetta possa essere stata usato da Saverio poiché il padre ne aveva una corrispondente a quella utilizzata per i due delitti. L’arma è effettivamente quella di Moscato: l’uomo infatti, ignaro, non la trova più all’interno della sua custodia quando Montalbano gli chiede di mostrargliela. Dell’esistenza di quell’ arma ne era a conoscenza anche la stessa Michela: la ragazza, allora, è ancora viva e ha deciso di vendicarsi contro chi le ha fatto del male in passato?
Catarella, nel frattempo, continua a disperarsi perché teme che Livia sporga denuncia per quanto accaduto all’amico prete: Montalbano si assume le sue responsabilità e, molto imbarazzato, confessa alla compagna di essere entrato nel profilo dell’amico per gelosia: a queste sue parole Livia gli scoppia a ridere in faccia.
Vedendo la tv insieme a Livia, Montalbano si accorge di una collana che viene indossata dalle donne in gravidanza, la stessa che anche Michela sfoggiava in una vecchia foto. Va così da Saverio che ammette come la sua compagna, prima di stare con lui, fosse rimasta incinta ma avesse abortito in una clinica privata con la drammatica conseguenza di non poter avere più figli. Chi fosse il padre non si sa, ma Fazio scopre che a pagare il conto della clinica fu Pietro Sanfilippo, l’amico di Saverio.
Montalbano giunge a casa di Sanfilippo proprio mentre Cinzia, la sorella di Michela, sta per sparargli con la stessa pistola usata nei due precedenti omicidi. Una volta fermata, la giovane spiega a Montalbano il movente. Era legatissima alla sorella e per questo voleva vendicare i torti subiti da Michela: la violenza sessuale (uccidendo Magnano), la prostituzione (assassinando l’usuraio che la portò a quella scelta) e l’aborto (provando ad eliminare Sanfilippo che la spinse a rinunciare al bambino). Cinzia dice che la sorella è sparita perché è stata rapita e uccisa da Magnao: ma la donna sarà veramente morta?
Da segnalare l’intensa prova di recitazione dell’omicida, la giovane Stella Egitto: un bel ruolo per lei.
Angela Liotta, datrice di lavoro di Saverio Moscato, porta a Montalbano gli scontrini che attesterebbero gli spostamenti del suo dipendente mentre era a Milano. Qualcosa però non gli quadra e pensa che ci sia ancora altro da scoprire circa la sparizione di Michela: va così a casa dell’ex convivente e un vicino gli dice di averlo visto uscire con due borse da viaggio.
Raggiuntolo nella sua casa di campagna, Montalbano appura tutto ed il finale è effettivamente a sorpresa: ad uccidere la ragazza non è stato Moscato, ma lei stessa con la scelta di suicidarsi. Questa decisione è stato un atto d’amore della donna nei confronti dell’uomo, l’ultimo della sua vita e al quale voleva definitivamente appartenere. Moscato ha solo scelto di occultare il suo cadavere seppellendolo in giardino e aveva preso quei due borsoni per portare con sé gli effetti personali della sua donna al fine di tenerli accanto a sé.
L’amore e la morte sono indissolubilmente legati anche per la vicenda dei due anziani: sono morti anche loro, seppur di vecchiaia, l’uno prima dell’altro nell’imminenza del loro nuovo spettacolo. Da apprezzare la scelta di raccontare l’amore in una prospettiva molto particolare, mostrando come questo sentimento possa essere da un lato causa di eventi drammatici e dall’altro capace di sfidare anche la morte con la sua forza.
Termina qui la seconda stagione de Il Commissario Montalbano.
Rispetto alla prima puntata di una settimana fa, quella di oggi è stata ancor più intimista ed effettivamente, come anticipato dallo stesso Camilleri, meno poliziesca pur non mancando gli ingredienti tipici di una serie a tinte gialle, colpi di scena compresi. Le storie raccontate e le azioni compiute dai loro protagonisti hanno mostrato al telespettatore la complessità dell’animo umano soprattutto quando esso è stato sconvolto da eventi che lo hanno segnato per sempre.
Montalbano ha cercato di districarsi in un contesto non semplice facendo sì appello alla sua bravura investigativa, ma anche alla sensibilità di un uomo maturo che va oltre il semplice ruolo di poliziotto. Un uomo che sbaglia e che sa riconoscere i suoi errori, come nel caso della violazione del profilo social dell’amico di Livia, azione fatta per pura gelosia. Il dipanarsi della vicenda va di pari passo anche con un suo personale percorso che lo porta a riconoscere i suoi sbagli davanti alla persona che ama e a fare tesoro degli errori commessi, quasi come se le trame della puntata fossero non una (la scomparsa di Michela), non due (il delicato sentimento d’amore nella vecchiaia fra i due attori), ma addirittura tre.
Questa attenzione alla psicologia del protagonista e dei personaggi di puntata è frutto di uno specifico lavoro degli sceneggiatori che bene hanno saputo riadattare per la tv i racconti originari di Camilleri, a conferma di come Il Commissario Montalbano rimanga un prodotto di ottima fattura, dove il delitto o il mistero non sono gli unici ingredienti di una serie di successo, che soprattutto fornisce frequenti spunti per scandagliare i mille meandri dell’indole umana.