Abbiamo incontrato Marco Bocci, in occasione della presentazione della miniserie. Ecco l’intervista in cui l’attore parla a tutto campo non solo della fiction,
Quanto è stato impegnativo calarsi nel ruolo di Walter Bonatti?
E’ stato un impegno anche morale, oltre che fisico. Come si ricorderà, Bonatti non riuscì a salire sul K2 insieme ai due compagni d’impresa Achille Compagnoni(Massimo Poggio) e Lino Lacedelli (Michele Alhaique) perchè era andato a prendere le bombole di ossigeno necessarie per affrontare l’ultimo pendio della montagna. Ma quando tornò al posto convenuto con i compagni, non li trovò più e, successivamente, fu accusato di aver portato bombole vuote. Solo recentemente questa diatriba è stata chiarita, dopo essere arrivata anche nelle aule giudiziarie. E, finalmente, si è restituito a Bonatti l’importante ruolo che ha effettivamente avuto nell’impresa.
Le riprese sono state complicate?
Abbiamo girato a 3500 metri, in Austria. Tutto ciò che gli spettatori vedranno, il nostro fiatone, la nostra fatica nel salire, è assolutamente vero. Abbiamo superato molti disagi, dovuti al gran freddo che faceva sul ghiacciaio austriaco scelto per le riprese. Ma, mentre riuscivamo a isolare il corpo con sottoabiti idonei, il problema principale erano i piedi che, a causa delle scarpe indossate, modello di cinquant’anni fa, non riuscivano in alcun modo a riscaldarsi. Ciononostante, siamo riusciti a far rivivere lo spirito di gruppo dei dodici alpinisti e ognuno di noi ha sempre cercato di dare il meglio per il proprio personaggio, giustificandone persino l’operato.
Non le sembra che l’Italia del 1954, da poco uscita dalla guerra, assomigli un po’ all’attuale, nel desiderio di riscatto e di dignità?
Prevalentemente le persone e le ambizioni sono le stesse, ieri e adesso. Ma sono mutate le modalità della conquista. Oggi vogliamo tutto e subito e siamo abituati ad ottenerlo grazie alla velocità della tecnologia. Il che ha mutato l’approccio di noi tutti con i nostri sogni. Nel senso che vogliamo che subito diventino reali. Gli eroi del K2 hanno messo a repentaglio la propria vita.
Che le ha insegnato questa fiction?
Innanzitutto ad amare la montagna. Dopo la fine delle riprese mi sono iscritto ad un corso di climbing con molta soddisfazione.
Ora sono ancora in corso le riprese di Squadra Antimafia 5. Che ne sarà di Calcaterra?
Posso solo dire che ci saranno ulteriori colpi di scena e la solita suspense che ha caratterizzato la serie e ne ha decretato il successo.
Personalmente che opinione ha del suo vicequestore?
Ho sempre considerato Calcaterra un personaggio a metà strada tra sogno, fantasia e realtà. Credo sia stato proprio un tale mix a renderlo così amato dal grande pubblico. L’ho sempre pensata così e non ammetto strumentalizzazioni del mio pensiero.
Teme l’identificazione con il personaggio?
Assolutamente no. Soprattutto perchè mi sto mettendo, professionalmente, alla prova, in una serie di altri personaggi, tutti molto gratificanti per un giovane attore. Sto davvero spaziando a 360 gradi nella recitazione, dal ruolo di Aladino, nella favola omonima andata in onda la scorsa primavera su Rai1, fino al personaggio storico Walter Bonatti in cui mi calo adesso.
Tornerà al cinema?
Si e molto presto. A fine marzo dovrebbero inziare le riprese di una pellicola, di cui sono il protagonista, ambientata in Sicilia e ispirata ad una storia vera.