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Che significa lo street food per gli italiani?
Ciò che significa per gli italiani sinceramente non lo so, ognuno lo interpreta come vuole. Ci sono persone ad esempio che lo guardano con occhi nostalgici, mentre molti giovani che cercano di avviare delle piccole imprese per riproporre dei piatti al passo con i tempi.
Lei invece come lo intende?
Per me è semplicemente un pasto. Ma, se si ha la pazienza di andare oltre le proprie mascelle che masticano, e interpretare la filosofia di chi ha preparato quel determinato piatto, si possono fare molte scoperte interessanti.
Qual è la sua opinione sui tanti programmi di cucina che hanno invaso la tv, molti più attenti alla bellezza del piatto che al gusto?
Non so bene che rispondere perché io non seguo la tv e, soprattutto, non guardo quei programmi che sono distanti anni luce dalla concezione del mio vivere.
E invece quali sono i suoi gusti gastronomici?
Non ho un piatto preferito ma ci sono diverse pietanze che ritengo interessanti. Ogni situazione ha sempre un piatto adatto. Ad esempio, durante la prima puntata di Unti e bisunti 3, ero in mezzo ad un campo e mangiare una cipolla di Tropea,per di più molto buona: mi sembrava il gesto più adatto.
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L’importante quindi è sempre assaggiare anche se il piatto non attira la nostra attenzione?
Certo, l’occhio lascia il tempo che trova. L’estetica non è indice di bontà.
Ci sarà una quarta edizione di Unti e bisunti?
Non credo e non lo so. Siamo ancora all’inizio della terza e non sappiamo quale sarà il responso del pubblico. Inoltre Unti e bisunti è solo una delle mie passioni. Ce ne sono tante altre. Le confesso, poi, che la ripetitività a lungo andare mi annoia. Vedremo quali prospettive ci saranno per il futuro.
C’è uno chef con il quale le piacerebbe lavorare particolarmente?
Sicuramente mi piacerebbe lavorare con tutte le persone che la pensano come me e che siano anche più esperte di me per migliorare il mio bagaglio culturale. Mi auguro sempre di tornare a collaborare con amici, colleghi e maestri, ma non sempre è possibile perché ognuno ha intrapreso la propria strada.
Quindi quali sono i suoi progetti futuri?
Non posso anticipare nulla. Io ho molti interessi, mi piace muovermi, potrei rimanere nell’ambito culinario ma anche cambiare e girare dei documentari. Vedremo, anche perché io faccio progetti giorno per giorno.
E invece per “I re della griglia” andato in onda lo scorso autunno, ci sarà una seconda edizione?
No, non c’è.
Quando è nata la sua passione per la cucina?
Da quando sono nato. Non c’è un momento preciso ma ci sono stati tanti incontri ed esperienze che poi mi hanno portato ad essere quello che sono
Lei è anche un ex rugbista, che ci dice di quest’altra passione?
Ho iniziato a 10 anni e per me era un semplice sport, poi è diventata una passione. Ho continuato fino a che ho sentito di poter dare qualcosa a quello sport e ricevere altrettanto. Ma quando si è esaurita l’energia, ho cambiato.
Un’ultima curiosità. Lo scorso gennaio lei è stato indicato, ovviamente per scherzo, come possibile candidato alla presidenza della Repubblica, Una dimostrazione di quanto piace al pubblico del web. Che ne pensa?
Il mio pubblico del web è quello che poi si sintonizza su DMax. Attraverso i miei social scopre che faccio il cuoco e poi magari va a curiosare nelle mie trasmissioni. Quindi non sono rimasto sorpreso. Inoltre penso che bisogna sempre prendersi poco sul serio. Sono d’accordo con Alberto Sordi quando diceva: “Bisogna essere seri quando si scherza”.