Una prima volta non potrà mai essere perfetta, quindi anche in questo caso il bilancio appare in chiaro-scuro. A Mediaset va dato atto di aver consentito agli italiani di assistere in chiaro a tutte le partite del torneo russo, con una sapiente gestione delle reti a disposizione. I match sono infatti stati trasmessi su Canale5, Italia1, Venti, mentre Mediaset Extra è stato messo a disposizione della Gialappa’s.
Per un impegno così grande il “Biscione” ha deciso di portare in Russia una squadra composta da otto telecronisti: Sandro Piccinini, Pierluigi Pardo, Massimo Callegari, Fabrizio Ferrero, Giampaolo Gherarducci, Federico Mastria, Alessandro Iori e Ricky Buscaglia. Nel calcio moderno serve una spalla per i commenti tecnici e questo ruolo, sempre più importante e prezioso, è stato ricoperto da Antonio Di Gennaro, Aldo Serena, Roberto Cravero, Massimo Paganin, Nando Orsi.
Senza ombra di dubbio le punte indiscusse di questa squadra sono due: Sandro Piccinini e Pierluigi Pardo. Il primo dopo aver abbandonato Premium durante la scorsa stagione ha raggiunto un accordo con Mediaset proprio per questo appuntamento. In Russia Piccinini ha portato tutte le sue caratteristiche mostrate da anni davanti ad un microfono: professionalità, puntualità e soprattutto l’immancabile entusiasmo. Sempre presenti le “sciabolate disperate” o le “reti incredibili” che, fino a quando non decide di esagerare, e a volte gli capita, danno colore all’evento ed entusiasmano i telespettatori.
Nel corso degli anni Pierluigi Pardo si è progressivamente trasformato da giornalista sportivo ad intrattenitore, come dimostra nel suo programma Tikitaka. Questo comportamento però non è del tutto apprezzabile e funzionale durante una telecronaca. Anche in Russia ha realizzato cronache molto enfatiche, fin troppo in numerosissimi frangenti. La sua esperienza gli ha comunque consentito di essere sempre puntuale nel racconto dei fatti principali. Fastidioso il ricorso a termini di altri sport, quasi a voler dimostrare la sua cultura sportiva a tutto campo.
Alle spalle delle due grandi firme, Mediaset ha dato spazio ad altrettanti telecronisti in rampa di lancio, stiamo parlando di Massimo Callegari e Fabrizio Ferrero. Le loro performance possono considerarsi diametralmente opposte a quelle di Piccinini e Pardo. Il primo ha realizzato telecronache pulite, esemplari da un punto di vista tecnico, ma poco o per nulla calde e colorate, tanto che a tratti si è rischiato anche di annoiarsi. E non basta aumentare il tono di voce di fronte a goal o risultati finali per coinvolgere il telespettatore.
Discorso simile anche per Fabrizio Ferrero. Quella che può definirsi la quarta voce di Mediaset a questi mondiali ha arricchito le sue telecronache di dati statistici, curiosità, aneddoti ma è risultato per nulla graffiante e soprattutto in alcuni frangenti non si è dimostrato sul pezzo, leggendo in ritardo alcune dinamiche di gioco.
Le difficoltà e le prove non convincenti dimostrate anche da figure secondarie come Giampaolo Gherarducci, Federico Mastria, Alessandro Iori e Ricky Buscaglia, sono state causate soprattutto dai commentatoti tecnici che li affiancavano. Sono state le seconde voci, infatti, la vera lacuna di questo debutto Mediaset.
Noiosi, scontati, poco incisivi e purtroppo “fuori tempo massimo” in numerosi frangenti. Promuovere uno tra Antonio Di Gennaro, Aldo Serena, Roberto Cravero, Massimo Paganin, Nando Orsi appare una vera impresa. Nonostante la sua flemma, e poca spendibilità al microfono, proprio quest’ultimo è apparso il migliore; l’ex tecnico dell’Inter infatti ha presentato diverse sfaccettature tattiche nel corso dei match che ha commentato, individuando letture che comuni mortali difficilmente avrebbero trovato.
Delusione massima dalle prove dei più esperti: stiamo parlando di Aldo Serena e Antonio Di Gennaro. Mai incisivi, a volte addirittura fastidiosi nei loro commenti. Anziché aggiungere qualcosa alle telecronache di Pardo e Piccinini, distraevano e annoiavano i telespettatori con numerose banalità; mettendo da parte poi le numerose gaffe fatte nel riconoscere i giocatori in campo.
Per concludere, se va ringraziata Mediaset, per lo sforzo fatto per mostrare l’intera manifestazione agli appassionati, va sottolineato come il paragone con altre reti, o peggio ancora con gli storici telecronisti del passato, non regge, mostrando tutti i limiti di un’emittente nata e sviluppatasi con l’impronta dell’intrattenimento e non certo dell’informazione sportiva.